Dall’incipit del libro:
Due schiatte che produssero due civiltà profondamente diverse ma ambedue ammirevoli ebbero culla sugli altipiani dell’Asia centrale a non molta distanza fra loro: gli Arj, voglio dire, e i Cinesi.
La civiltà delle genti ariane, di paese in paese, di popolo in popolo, di trasformazione in trasformazione, dopo esser diventata a vicenda e civiltà indiana, e greca, e romana, arrivò fino a noi che la ereditammo, foggiata in quella guisa che tutti conosciamo. La civiltà cinese, cresciuta dove nacque, e poste salde radici nelle regioni orientali dell’Asia, si svolse con le sue proprie forze; e si formò senza bisogno d’invigorirsi trasportandosi in altri climi nè trasfondendosi in altre razze.
Con quanto amore e con quanta sollecitudine gli studiosi portino oggi la loro attenzione a investigare ogni minimo fatto, che possa aiutare a ricomporre intere le varie civiltà di origine ariana, che il tempo ha da lunga pezza distrutte, è inutile dire. In quanto all’altra, sembra che noi, crucciati di quel suo stare a sè, la si voglia pagare di noncuranza. Incognita per molto tempo o non creduta, è diventata da poco più d’un secolo oggetto di studio a pochi, formando una scienza a parte, che non ha saputo, per ora, interessare se non coloro soli che la professano.


