Dall’incipit del libro:
Sotterraneo di una antíca chiesa abbandonata; lunga scala in rovina che mette alla porta da una parte un piccolo uscio che conduce a un vest ibolo abitato da Marta. Qualche immagine sbiadita e lampade qua e là sulle pareti. Da un’ampia fessura della vôlta appare una striscia di cielo.
Il Cav. di Nua fra uno stuolo di Armati.
CORO
Pei taciti boschi che il volgo paventa
La schiera dei forti qui giunge al convegno.
Chi siete?
VOCI dall’alto
Fratelli!
I PRIMI
D’Anversa?
GLI ALTRI
(scendendo)
Redenta!
I PRIMI
Salute!
GLI ALTRI
Ed il Conte?
I PRIMI
Verrà; ne diè pegno!
TUTTI
La luna si cinge di nubi veliere,
Il vento rimugge dal nordico mar:
Son cieche, son sorde le scolte straniere,
Possiam della paria securi parlar!
E sordi noi pure saremo al timore,
E cieca la fede dei forti sarà;
Copriam di mistero l’inulto furore,
Più orrendo ai tiranni l’eccidio farà!
Il testo è stato fornito dalla Biblioteca Comunale Centrale di Milano Sormani, che ringraziamo, attraverso il suo sito www.digitami.it, in cui è presente anche una copia in formato immagine.


