Dall’incipit del libro:
Spesso una voce incognita
mi dice: – O giovinetto,
perché dolente hai l’anima,
e pallido l’aspetto?
Di desidèri inutili,
oh, non ascolta il grido;
l’aura che vien dagli uomini,
amico, è un verbo infido!
L’aura che vien dagli uomini,
dice l’amica voce,
ti segnerà benevola
di canizie precoce;
tienti i tuoi canti, o giovine,
vivi nel lieto oblio;
non valgon templi olimpici
un tugurio natio.
A te divine musiche
cantano i tuoi vent’anni,
rose educar le lagrime
dei primi disinganni;
del bisogno la maglia
non ti comprime il cuore,
che eterna, puro e vergine,
l’inno del primo amore


