Dall’incipit del libro:
Brescia va a ragione, non solo in Italia, ma anche all’estero collocata fra le Città che più animosamente hanno resistito alla tirannide straniera, e i gloriosi suoi fasti ne resero il nome sinonimo di patriottismo. Eppure non è intieramente noto quanto essa fece, ancora non fu scritta la storia delle lunghe, tenaci, indefettibili resistenze che essa oppose alla estrani a dominazione, storia di fatti meno clamorosi, ma spesso non meno eroici di quelli compiuti nella decade famosa. Per istanze rive e reiterate d’amici, dopo molte esitazioni, ho deliberato di raccogliere le mie ricordanze circa l’azione del Comitato segreto insurrezionale Bresciano nel 1850-51 e la partecipazione presa dai suoi componenti alla lotta contro lo straniero, anche dopo che il Comitato dovette sciogliersi, e di venirle esponendo brevemente, da sempli ce cronista, per aggiungere una fronda alla corona della cara Città natìa. Nè forse avrei vinto la naturale ritrosìa a pigliare la penna in mano, se non mi avesse spinto vivissimo il desiderio di conservare al memore affetto de’ Cittadini i nomi di quei generosi, che amarono e servirono la patria quando da essa nulla si potea sperare, e per essa si affrontavano le persecuzioni, i sequestri, le torture delle segrete, gli esigli ed il capestro. Molti di essi sono morti e il nome loro par caduto quasi nel più completo obblìo; pochi sopravvivono isolati, dimenticati, abbandonati, per far posto a taluni nuovissimi patrioti cui scoppiò improvviso il bernoccolo del patriottismo appena esso fu una vigna da sfruttare.


