Dall’incipit del libro:
Il dottore conte di Nubo dava a desinare nella sua casa di campagna a SaintJames. E’ non aveva, a vero dire, l’abitudine di offrir pranzi; perocchè, quantun que si avesse in casa, da due anni, una nipote, e’ continuava a vivere da scapolo, mangiando in città, al restaurant o al club. Quel giorno, però, era in qualche guisa obbligato a violar la regola. Egli maritava sua nipote. Il fidanzato aveva inviato il cesto da nozze. Degli amici e delle amiche avevano espresso il desiderio di vederlo. Si era in campagna, al mese di luglio. Due persone fra i convivi avevano mancato all’invito: Sergio di Linsac e la signora Augusta Thibault. Malgrado ciò, vi era ancora una ventina di commensali, assai fest evoli per rallegrare il pranzo e fare onore alle squisi te vivande servite da Potel. La signora Thibault giunse pertanto, alla fine della tavola e diè, sul suo ritardo, di quelle spiegazioni, che in bocca di chi unque altri sarebbero state scuse, ma che sono sempre delle ragioni ragionevolissime nella bocca di una bella vedova . Insomma, ella aveva pranzato altrove. Sergio di Linsac non comparve affatto. Il desinare finito, gli uomini uscirono a fuma r nel giardino. Le dame restarono ad ammirare o criticare il cesto da nozze sopratutto, ad invidiarlo. Imperciocchè, la prima sensazione che produce un bell’oggetto sur una femmina, è sempre un pensiero di appropriamento il quale, se resta nello stato di de siderio nella donna ricca, diviene voglia spasmodica nella povera. L’Invidia è un’impotenza.
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