Dall’incipit del libro:
Di molto aggradimento mi fu la notizia, che tu mi desti, o mio diletto Uranio, d’esserti con impegno e con amore dedicato allo studio delle scienze esatte, e di trovarle sommamente deliziose al tuo spirito, e tali che non mai noia o stanchezza, ma sempre in te producono un nuovo e maggiore incitamento. Io assai mi compiaccio, che a vieppiù confermare la nostra amicizia si aggiunga l’argomento dell’uniformità d’inclinazione nello stesso genere di studi, e ben consapevole de’ tuoi talenti, mi congratulo colla nostra medesima scienza, avendo ferma fiducia di veder per te accrescersi qualche fronda a quelle nobili palme, ch’essa va mietendo sul suolo ove nacquero Galileo e Lagrange. Su via, avanzati coraggiosamente nella bella carriera, e rendi così utile a te ed alla patria quel tempo, che ti è concesso dagli agi di tua condizione, e che i tuoi pari passano per la maggior parte (è penoso il dirlo) in un ozio mal augurato, per cui si fa viziosa la vita, e fin anco increscevole l’esistenza. Che tu ritrovi nelle matematiche un riposo, e un contento della mente, io lo credo ben volontieri, e conosco, che così appunto debb’essere; perchè essendo il loro fondamento la verità, il loro progresso nella verità, il loro obbietto sempre la verità, non possono a meno di consolare un essere pensante ed attivo, che per natura è spirito senza posa alla ricerca del vero.



