Tra i personaggi del diario, lo “zio Nino” è il prof. Antonino Pagliaro che per un quarantennio insegnò glottologia all’Università di Roma e scrisse, oltre ad opere molto tecniche, parecchi commenti a Dante che ebbero notorietà. Perciò ancora molti lo ricordano. Questo diario è edito da Sellerio Editore (via Siracusa, 50 Palermo, Italia), che lo ha pubblicato con una nota introduttiva del prof. A. Pagliaro nella collana “Quaderni” (n. 71, 1993), e ne ha autorizzato l’inserimento come e-text presso banche dati.
Dall’incipit del libro:
Solo ora, dopo cinque anni dalla morte della nonna Rosa (9 settembre 1961), la zia Maria ha ritrovato questo vecchio diario e – secondo il desiderio di Lei – me lo ha restituito. Così, l’ho riletto: sdegnandomi per certe sbavature di stile, per certe tirate troppo retoriche o sentimentaleggiamenti. Mi sono messa di fronte a me stessa come ero, e avrei voluto rimproverarmi tante cose che allora, in effetti, non potevo capire, perché quei giorni furono forse solo l’inizio di una maturazione che avvenne dopo.
Ma quel che avvenne dopo, tutti lo sappiamo: ormai i documenti pubblicati, i lavori storici sulla seconda guerra mondiale, i diari, i romanzi, le narrazioni più o meno attendibili non si contano più.
Solo, voglio ricordare due particolari successivi al nostro ritorno a Palermo, che avvenne dopo la metà di agosto, appena riattivate le comunicazioni. La sera dell’8 settembre 1943, dopo il Giornale Radio, entrai nella mia camera; la luce della luna disegnava un lungo rettangolo sul pavimento; tutto era così sereno, ma io vedevo il futuro come un immenso dubbio lì dinanzi.

