Dall’incipit del libro:
Durante il soggiorno di due mesi che noi facemmo nelle montagne dei Carpazi nel 1904 entrammo una sera in casa di una vecchia contadina che volle volentieri darci ospitalità e servirci una generosa cena.
Era una donna intelligente, sapiente assai più che la maggior parte del popolo di quelle contrade e, che, alla fine della giornata, si mise a parlare dei ricordi della sua giovinezza e dell’epidemia della peste che devastò Wisborg nell’agosto 1838.
La nostra raccontatrice aveva 8 anni a quell’epoca, ma la sua memoria era precisa. E di più se ne era parlato così spesso da allora, che non vi era un dettaglio, di quel terribile anno che ella non conoscesse.
La notte era assai avanzata quand’ella tacque, l’indomani mattina noi partimmo per Wisborg…, ove trovammo negli archivi della vita della città la conferma della storia della contadina.
Così ella non aveva mentito, lo spaventoso racconto che ci aveva fatto stare attenti in ogni punto. Noi ritornammo alla sua umile dimora e, fiera della nostra confidenza, ella volle prometterci, che, poiché noi ci interessavamo a questo antico avvenimento, ella ci darebbe un giorno conoscenza di un libro prezioso che aveva nelle mani e che raccontava tutte le circostanze bizzarre di cui fu circondata l’epidemia del 1838 a Wisborg.


