Incominciato almeno nel 1909 e rimasto a lungo in gestazione, uscì solo nel dicembre 1925 sotto forma di romanzo a puntate nella rivista La Fiera Letteraria, e in volume nel 1926 (la rivista Sapientia, nel gennaio 1915, aveva pubblicato alcuni frammenti con il titolo Ricostruire, che sarebbero confluiti con alcune modifiche nei capitoli VI-XI del secondo libro della versione definitiva). Questo romanzo, l’ultimo di Pirandello, è denso di enigmi, e secondo lo stesso autore esso è «sintesi completa di tutto ciò che ho fatto e la sorgente di quello che farò». In una lettera autobiografica, Pirandello lo definisce come il romanzo “più amaro di tutti, profondamente umoristico, di scomposizione della vita“.

Il protagonista Vitangelo Moscarda, infatti, può essere considerato come uno dei personaggi più complessi del mondo pirandelliano, e sicuramente quello con maggior autoconsapevolezza. Dal punto di vista formale, stilistico, si può notare la forte inclinazione al monologo del soggetto, che molto spesso si rivolge al lettore ponendogli interrogativi e problemi in modo da coinvolgerlo direttamente nella vicenda, il cui significato è senza dubbio di portata universale.

Vitangelo Moscarda è dapprima inconsapevole e impacciato, prigioniero delle opinioni altrui, poi sempre più consapevole e determinato a cercare l’autenticità spirituale dell’esistenza, fino all’affrancamento finale da tutte “le rabbie del mondo”. In questo scenario trova spazio l’umorismo di Luigi Pirandello come modalità di racconto ideale per esprimere la non coincidenza tra l’Io percepito dal soggetto e quello stesso Io interpretato dagli altri.

È lo stesso Moscarda a raccontare la sua esperienza, spesso rivolgendosi al lettore come in una conversazione più o meno confidenziale, attraverso una struttura sintattica che sembra prediligere un lessico quotidiano, ma che spesso si serve di vocaboli desueti, veri e propri arcaismi (“Notaro” invece di “notaio”, “banco” invece di “banca”, “maraviglia” invece di “meraviglia”. Uno stile che, secondo recentissimi studi, ha una sua ragione artistica e poetica ben precisa.

Note biografiche tratte da Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Uno,_nessuno_e_centomila

Si ringrazia Giuseppe Bonghi, curatore del sito Biblioteca dei Classici Italiani, che ha gentilmente concesso l’utilizzo del testo.

Dall’incipit del libro:

– Che fai? – mia moglie mi domandò, vedendomi insolitamente indugiare davanti allo specchio.
– Niente, – le risposi, – mi guardo qua, dentro il naso, in questa narice. Premendo, avverto un certo dolorino.
Mia moglie sorrise e disse:
– Credevo ti guardassi da che parte ti pende.
Mi voltai come un cane a cui qualcuno avesse pestato la coda:
– Mi pende? A me? Il naso?
E mia moglie, placidamente:
– Ma sí, caro. Guàrdatelo bene: ti pende verso destra.

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titolo:
Uno, nessuno e centomila
titolo per ordinamento:
Uno, nessuno e centomila
descrizione breve:
Il protagonista Vitangelo Moscarda, può essere considerato come uno dei personaggi più complessi del mondo pirandelliano, e sicuramente quello con maggior autoconsapevolezza.
autore:
opera di riferimento:
Uno, nessuno e centomila / Luigi Pirandello ; a cura di Giancarlo Mazzacurati. - Torino : Einaudi, [1994]. - XLVI, 229 p. ; 20 cm. - (Einaudi tascabili ; 249)
copertina:
[elaborazione da] "A Theater Audience (19th century)" di Honoré Daumier (1808–1879). - Metropolitan Museum of Art, New York, USA. - https://commons.wikimedia.org/wiki/File:A_Theater_Audience_MET_DP805803.jpg. - Pubblico dominio.
cura:
Giancarlo Mazzacurati
licenza:

data pubblicazione:
25 gennaio 2011
opera elenco:
U
ISBN opera di riferimento:
88-06-17415-0
ISBN:
9788897313182
descrittore Dewey:
Narrativa italiana (sec. 20.)
soggetto BISAC:
FICTION / Classici
affidabilità:
affidabilità standard
digitalizzazione:
Giuseppe Bonghi
impaginazione:
Marco Calvo, https://www.marcocalvo.it/
pubblicazione:
Catia Righi, catia_righi@tin.it
revisione:
Clelia Mussari, clelia.mussari@fastwebnet.it