Pierre-Joseph Proudhon (Besançon, 15 gennaio 1809 – Passy, 19 gennaio 1865) è stato un filosofo, sociologo, economista e anarchico francese. È stato il primo ad attribuire un significato positivo alla parola “anarchia”, che prima era utilizzata soltanto in senso dispregiativo, cioè nel senso di caos, disordine.
Proudhon nacque a Besançon in Francia da un fabbricante di barili per birra. A sedici anni, dopo un’infanzia spesa in lavori familiari per lo più rurali, entrò nella scuola della città, nonostante la famiglia fosse troppo povera per garantirgli i libri necessari. Si formò da autodidatta. A diciannove anni entrò a lavorare nel campo della stampa, per poi diventare revisore di opere ecclesiastiche in via di pubblicazione.
Acquistò in questo modo una discreta conoscenza in ambito teologico che coltivò studiando ebraico e comparandolo al greco, al latino e al francese. Scrisse anche un trattato di grammatica generale, Essai de grammaire génerale, che costituisce una prima prova della sua audacia intellettuale. Nel 1838 ottenne la borsa di studio Suard di 1500 franchi annui per tre anni, offerta in dono dall’Accademia di Besançon come incoraggiamento per le giovani promesse.
Nel 1839 scrisse il trattato L’Utilité de la célébration du dimanche, che contiene i primi germogli delle sue idee rivoluzionarie. In questo periodo inoltre si recò a Parigi dove condusse una vita povera, ascetica e dedita allo studio, entrando tuttavia in contatto con gli ideali socialisti che allora andavano diffondendosi nella capitale francese. Nel 1840 pubblicò Qu’est-ce que c’est la propriété? (Che cos’è la proprietà?), in cui sostiene la sua ormai celebre tesi secondo cui “la propriété, c’est le vol” (“la proprietà è un furto“), che gli valse l’antipatia dei membri direttivi dell’Accademia di Besançon, che tuttavia non riuscirono a ritirargli la borsa di studio.
Infine nel 1846 diede alla luce la sua più grande opera, il Systéme des contradictions économiques ou Philosophie de la misère (Il sistema delle contraddizioni economiche o La filosofia della povertà). Nel 1847 si stabilì a Parigi, dove era ora celebrato come uno dei massimi esponenti dell’innovazione. In quest’anno aderì alla Massoneria, essendo iniziato in una loggia del Grande Oriente di Francia, ma non andò mai oltre il grado di apprendista.
Proudhon rimase sorpreso dalla Rivoluzione del 1848. Partecipò alla rivolta di febbraio e alla stesura di quello che definiva “la prima proclamazione repubblicana” della nuova repubblica. Tuttavia ebbe una cattiva impressione del nuovo governo provvisorio, capeggiato da Dupont de l’Eure, un politico di vecchio stampo, oltre che da liberali quali Lamartine, Ledru-Rollin, Crémieux, Burdeau e altri, che anteponevano la riforma politica a quella socio-economica, che Proudhon considerava basilare. Proudhon pubblicò il proprio punto di vista circa le riforme da affrontare, che fu completato nel 1849, dal titolo Solution du probléme social, Soluzione della questione sociale, nel quale mette a punto un sistema di mutua cooperazione finanziaria tra lavoratori.
Durante la Seconda Repubblica Francese Proudhon godette di un enorme impatto sul pubblico grazie alla sua attività giornalistica. Fu coinvolto in quattro differenti testate: Le Représentant du Peuple (febbraio 1848 – agosto 1848), Le Peuple (settembre 1848 – giugno 1849), La Voix du Peuple (settembre 1849 – maggio 1850) e Le Peuple de 1850 (giugno 1850 – ottobre 1850). Il suo stile polemico, unito all’immagine di osservatore esterno che egli aveva di sé stesso, produsse un giornalismo cinico e combattivo che attirava molti lavoratori francesi, nonostante ne allontanasse altri.
Criticò ripetutamente le forze armate del governo e promosse la riforma del credito. Alla fine tentò di fondare una banca popolare, Banque du peuple, nel 1849, ma nonostante le oltre 13.000 firme (soprattutto da parte di lavoratori), le emissioni furono limitate a 18.000 franchi e l’intera impresa abortì. Proudhon si candidò per l’assemblea costituente nell’aprile del 1848, ma non fu eletto, sebbene il suo nome apparisse nei ballottaggi a Parigi, Lione, Besançon e Lilla.
Tuttavia ottenne il successo nelle elezioni complementari tenutesi il 4 giugno e militò come deputato durante i dibattiti per gli Ateliers Nationaux, creati da un decreto del repubblicano Louis Blanc nel febbraio 1848. Gli Ateliers Nationaux dovevano garantire l’impiego ai disoccupati, ma Proudhon non fu mai entusiasta di quest’attività, considerandola essenzialmente un’istituzione caritatevole che non risolveva i problemi del sistema economico. Inoltre era contro la sua eliminazione, a meno che non fosse stata trovata un’alternativa per i lavoratori che vi erano impiegati.
Rimase fortemente colpito dalla violenza della rivoluzione nel 1848, provocata dalla chiusura degli Ateliers Nationaux. In seguito visitando di persona le barricate ebbe modo di rendersi conto che la sua presenza alla Bastiglia allora fu una delle azioni più onorevoli della sua vita. Ma in generale, durante gli eventi tumultuosi del 1848, Proudhon si oppose alle insurrezioni predicando una conciliazione pacifica, una decisione che era coerente con il suo impegno contro la violenza: disapprovò difatti le rivolte e le dimostrazioni di febbraio, maggio e giugno 1848. Proudhon morì il 19 gennaio 1865 e fu seppellito a Parigi, nel cimitero di Montparnasse nella cappella di famiglia.
Note biografiche tratte e riassunte da Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Pierre-Joseph_Proudhon