Dall’incipit del libro:

Il riconoscimento, o l’istituzione, della proprietà è l’atto più strano, se non il più misterioso, della ragione collettiva, atto tanto più strano e misterioso in quanto, per il suo principio, la proprietà ripugna alla collettività e alla ragione. Nulla di più semplice e di più chiaro che il fatto materiale dell’appropriazione: un angolo di terra non è occupato; un uomo arriva e vi si stabilisce, esattamente come fa l’aquila nel suo rifugio, la volpe in una tana, l’uccello sul ramo, la farfalla sul fiore, l’ape nel cavo dell’albero o della roccia. Fin qui non si tratta, ripeto, che di un mero fatto, motivato dal bisogno, compiuto per istinto, e in seguito affermato dall’egoismo e difeso dalla forza. Ecco l’origine di ogni proprietà; vengono dopo la Società, la Legge, la Ragione generale, il Consenso universale, tutte le autorità del Cielo e della Terra, che riconoscono e consacrano questa usucapione, dite pure – chè lo potete senza timore – questa usurpazione. Perchè? A questo punto la scienza del diritto si confonde e abbassa la testa, pregando di essere così buoni da non interpellarla.

Traduzione di Antonietta Klitsche De La Grange.

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titolo:
La proprietà
titolo per ordinamento:
proprietà (La)
autore:
opera di riferimento:
La proprieta / P. J. Proudhon ; traduzione di A. Klitsche de la Grange. - Roma : O.E.T.-Bottega dell'antiquario, s.d.!. – 190 p. ; 17 cm.
licenza:

data pubblicazione:
2 novembre 2011
opera elenco:
P
affidabilità:
affidabilità standard
digitalizzazione:
Paolo Alberti, paoloalberti@iol.it
pubblicazione:
Catia Righi, catia_righi@tin.it
revisione:
Catia Righi, catia_righi@tin.it
traduzione:
Antonietta Klitsche De La Grange