Vilfredo Federico ParetoVilfredo Federico Pareto nacque a Parigi il 15 luglio 1848; il padre, Raffaele Pareto, ingegnere e nobile genovese, era esiliato in Francia per ragioni politiche ed aveva sposato una francese, Marie Méténier. La famiglia tornò in Italia nel 1852, e visse tra Piemonte e Liguria, dove il giovane Vilfredo seguì studi scientifici, a cui affiancò lo studio del greco e del latino. Si iscrisse alla Scuola di applicazione per Ingegneri dell’Università di Torino, dove si laureò a pieni voti nel 1870.

La famiglia Pareto si era intanto trasferita a Firenze, dove l’ingegner Vilfredo fu assunto presso la Società Anonima delle Strade Ferrate, poi entrò nella Società dell’Industria del Ferro, di cui fu anche in seguito Direttore. I suoi interessi comprendevano anche l’impegno politico in favore del suffragio universale, divenendo quindi membro dell’Accademia dei Georgofili e fondatore della Società Adamo Smith, che raccoglieva professori, uomini d’affari e politici fautori del libero scambio (1874).

Pareto viaggiò molto per l’Europa, per motivi di lavoro a cui affiancò interessi culturali eclettici, e si candidò a cariche politiche, senza però venire eletto. Abbandonata la speranza di entrare in Parlamento, intensificò la sua attività pubblicistica abbracciando posizioni pacifiste ed antimilitariste, parallelamente al suo lavoro di ingegnere.

Si sposò con Alessandra Bakunina nel 1889, e l’anno successivo lasciò la direzione della Società rimanendone consulente tecnico. Il nuovo incarico, meno impegnativo, gli consentì finalmente di perseguire i suoi interessi culturali e di viaggiare in Francia e Svizzera incontrando gli esponenti più significativi della cultura del suo tempo.

Nel 1893 accettò la cattedra di professore di Economia Politica all’Università di Losanna; il suo principale interesse scientifico all’epoca era di formulare una dottrina della distribuzione dei redditi. La sua carriera accademica proseguì tra Losanna e Ginevra, avendo ottenuto dal Governo Italiano, di cui aveva mantenuto la cittadinanza, l’autorizzazione al servizio presso uno Stato straniero. Una grossa eredità ricevuta nel 1898 gli consentì di ampliare il tempo dedicato agli studi, parallelamente riducendo gli impegni didattici. Negli anni in cui insegnò a Ginevra, conobbe Benito Mussolini, suo studente, con cui mantenne nel tempo cordiali rapporti di reciproca stima.

Nel 1901 la moglie lo abbandonò, e grazie ad un annuncio pubblicato sul giornale, pochi mesi dopo conobbe una giovane parigina, Jeanne Régis, con cui in seguito visse more uxorio fino alla morte. Intentò una causa di separazione dalla moglie, per sua colpa esclusiva, e la vinse. Dedicò quindi il suo tempo alla redazione del Manuale di Economia Politica con una introduzione alla scienza sociale (uscito nel 1905 in Italia e, interamente rivisto, nel 1909 a Parigi) ed abbandonò progressivamente la vita accademica, anche per problemi di salute. Si ritirò con Jeanne in una villa a Céligny e si dedicò ad altre opere (Le mythe vertuiste e la littérature immorale, 1911; Trattato di sociologia generale, 1916; Compendio di Sociologia Generale, 1920) e in seguito produsse raccolte dei suoi numerosi articoli.

Diventò cittadino fiumano al fine di poter divorziare da Alessandra e sposare quindi Jeanne, e si trasferì brevemente in Francia abbandonando Céligny per qualche mese onde sfuggire ad una legislazione fiscale sfavorevole, poi rigettata. Frattanto seguì con una certa simpatia l’ascesa del movimento fascista in Italia, e Mussolini lo propose a diversi incarichi (rappresentante nella Società delle Nazioni nella Commissione per la riduzione degli armamenti, incarico che accettò, e quindi Senatore del Regno, nomina che non fu convalidata per il mancato invio della documentazione richiesta).

Ottenuto il divorzio, nell’estate 1923 potè finalmente sposare Jeanne, ma morì dopo pochi giorni, il 21 agosto 1923 a Céligny, dove è attualmente sepolto.

Fonte bibliografica principale:

  • V. Pareto, Corso di Economia Politica, ed. UTET 2013, note biografiche di G. Busino.

Note biografiche a cura di Gabriella Dodero

Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)

  • Fatti e teorie
    Il volume (1920) è uno dei lavori meno noti del celebre economista italiano Vilfredo Pareto. Qui egli tratta degli avvenimenti economici e politici più disparati, dimostrando la sua acutezza nell’interpretare i mutamenti della sua epoca travagliata.
  • Manuale di Economia politica
    Con una introduzione alla scienza sociale
    Il Manuale di Economia politica è una delle opere fondamentali del celebre economista e può fungere da compendio per i neofiti del pensiero microeconomico di Pareto. Qui egli fissa che l’oggetto di studio dell’economia è l’equilibrio economico, che risulta dal contrasto tra i gusti degli uomini (le forze che spingono i soggetti ad agire) e gli ostacoli (scarsità dei beni, competitività con altri individui, …) per soddisfarli.
  • Il mito virtuista e la letteratura immorale
    Il termine, coniato dall'autore, sta ad indicare l'atteggiamento bigotto ed ipocrita, intollerante ma politicamente condiviso, che nel primo quindicennio del XX secolo aveva dato origine, in varie parti d’Europa, a movimenti di revanche perbenista. Pareto in questa opera demolisce pezzo per pezzo e con fine sagacia la labile impalcatura del “mito virtuista”.
  • Trasformazione della Democrazia
    I quattro saggi, che compongono questo testo, sono basati sulla nota dottrina delle élites di Pareto. Emergono gli elementi che caratterizzano il frastagliato percorso intellettuale dell’autore, un benpensante di rigida formazione positivista e ostile alla classe sociale emergente, ma critico lucido e severo anche nei confronti della borghesia liberale.
 
autore:
Vilfredo Pareto
ordinamento:
Pareto, Vilfredo
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