Dall’incipit del libro:
O agresti solitudini, o pinete,
O monti della Sila cosentina,
Che l’estrema reliquia possedete
Del Monastero della Sambucina,
Col rumor della caccia altri le quete
Ombre vostre profani, e l’eco alpina;
Giovine io sono di piú mite ingegno,
Amo le Muse, e a meditar quì vegno.
A meditar sui rovi, e sull’ortica,
Sull’edera tortuosa, onde ammantate
Sono le mura della casa antica
Un tempo dalle Vergini abitate,
Che vi lasciâr partendo un’aura amica
Un raggio delle lor forme beate
Di lor sen, di lor vesti una fragranza
Un suono qual di voci in lontananza.


