La raccolta degli scritti di Vincenzo Padula apparsi dapprima sul “Bruzio”, il periodico bisettimanale diretto e redatto quasi per intero dal Padula nel periodo 1864-65.

La maggior parte degli articoli sono dedicati a descrivere lo stato dei ceti popolari della Calabria. Secondo il giudizio di Carlo Muscetta, curatore del volume, “lo stato delle Persone in Calabria è la prima inchiesta sul Mezzogiorno dopo l’unità d’Italia, ed è la sola opera di Padula che abbia un valore letterario tale da farla sopravvivere al tempo in cui fu pubblicata”.

Padula riporta e commenta le poesie anonime dei contadini e dei pescatori calabresi come brani di autori classici, ricostruendo nel contempo il mondo morale ed economico espresso da quei versi.

Dall’incipit del libro:

Una donna di Calabria vale quanto l’uomo d’ogni altro paese: i fianchi vigorosi, gli occhi arditi, i polsi robusti, le gote floride, la ricca capigliatura, e l’accento minaccioso la dicono nata nel paese dei terremoti e dei vini forti. Vive sulle montagne? gonna di colore vermiglio, come i gruppi dei lampi che saltellano per le montagne. Vive presso il mare? gonna azzurra come gli olivi, sotto cui mena la vita. Maneggia la conocchia ed il fucile, la spola e la scure, ed il suo sguardo è infallibile come il suo fucile. Ti fissa sopra lo sguardo? Ti raddoppia la vita. Ti fissa sopra il fucile? Te la toglie. Nondimeno, la donna fu considerata ovunque come un essere decaduto, e tale si stima pure in Calabria. Il pastore che caglia il latte, deve avvolgere il presame in un pezzo di tela appartenent e ad uomo e non a donna; altrimenti è sicuro che il latte non cagli. La parte inferiore della camicia della donna si dice musto: coi fili di questo musto se si fa un lucignolo per la lucerna, il lucignolo non arderà. Ma se la donna è zitella, l’opinione sul conto suo è tutt’altra. Il tocco delle dita di lei si crede portentoso, profetica la parola, ispirato lo sguardo. La zitella fabbrica il pane? Esso le cresce nelle mani, ed anche senza lievito riuscirà gonfio, alluminato e spugnoso piú del pane fermentato. La famiglia compra un bicchiere, una bottiglia, un orciuolo? Perché acquistino buono odore, la prima a porvi su le labbra deve essere la zitella. Vanno le donne a raccorre i covoni e spigolare? Se nel campo vi è uno stelo a doppia spiga, colei che lo trova è certamente zitella. Avete un’infiammazione negli occhi? L’unico farmaco che può guarirvi è la saliva della zitella. Ella riceve il piú delicato rispetto nella famiglia, e la donna piú corrotta e l’uomo piú dissoluto non osano in Calabria profferire una parola meno che onesta innanzi a lei. Quanto son belli e poetici i seguenti proverbii, e quant’altezza di sentire manifestano in Calabria! La zitella è santa come un altare. L’uomo che gitta un cattivo pensiero nell’anima di una zitella è simile al Demonio che versò il male nel paradiso terrestre. Tre sole cose hanno fragranza in questo mondo, il fiato del fanciullo, della zitella e del vitellino lattante.

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titolo:
Persone in Calabria
titolo per ordinamento:
Persone in Calabria
autore:
opera di riferimento:
"Persone in Calabria", di Vincenzo Padula; a cura di Carlo Muscetta; Parenti Editore; Firenze, 1950
cura:
Carlo Muscetta
licenza:

data pubblicazione:
26 febbraio 2006
opera elenco:
P
affidabilità:
affidabilità standard
digitalizzazione:
Ferdinando Chiodo, f.chiodo@tiscali.it
pubblicazione:
Claudio Paganelli, paganelli@mclink.it< br /> Alberto Barberi, collaborare@liberliber.it
revisione:
Emanuela Pagano, emanuela.pagano@katamail.com
Elena Macciocu, elena_672002@yahoo.it