Augusto Romagnoli nacque a Bologna il 19 luglio 1879. Il padre era operaio e la madre, Carolina, morì quando il piccolo Augusto aveva solo quattro anni. A un mese di età era stato colpito da congiuntivite dei neonati che lo rese cieco; con un intervento potè recuperare un residuo visivo che gli consentiva di distinguere ombre e colori forti. Residuo visivo che perdette definitivamente verso i trent’anni.

A cinque anni andò a scuola all’istituto per ciechi di Bologna, dimostrando subito grande vitalità, al limite della temerarietà, e grande vivacità intellettuale. La crescente acquisizione di una stabile fede lo condusse negli anni a moderare la sua esuberanza.

Verso i nove anni attraversò un periodo negativo per la sua salute con morbillo e scarlattina che sfociarono in diabete e nefrite. Le conseguenze si fecero sentire nel corso di tutta la sua vita.

Nell’istituto imparò la musica e altri lavori di intreccio tradizionali per i ciechi. Non intendeva però fare la propria professione né della prima né delle seconde e iniziò quindi a 17 anni la sua lotta per l’emancipazione dei non vedenti. In soli quattro anni conseguì brillantemente la licenze liceale studiando in parte da solo, aiutato da un parroco e da un sacrestano per i libri non trascritti in Braille, e in parte frequentando il liceo insieme ai vedenti.

Si iscrisse all’università con l’ausilio di due piccole borse di studio e dando lezioni per avere gli introiti necessari a sostenere la famiglia visto che la salute del padre non era più tale da consentirgli di lavorare. Si laureò in filosofia e la sua tesi, su consiglio e insistenza di Francesco Acri, suo professore, che volle dare consistenza scientifica all’esperienza del Romagnoli come autoeducatore, fu l’ntroduzione a l’Educazione dei Ciechi.

Partecipò a congressi per ciechi a Napoli nel 1906, a Roma nel 1907. Iniziò a battersi per ottenere l’insegnamento della filosofia nei licei di stato e per questo si trasferì a Roma lasciando l’insegnamento in due istituti privati di Bologna. Nel 1908 gli fu assegnato l’incarico di professore di filosofia al liceo di Massa Carrara. Nel frattempo pubblicava articoli sui principali quotidiani italiani come il “Corriere della Sera”, e su “Nuova Antologia”.

Nell’ottobre del 1911 riceveva l’incarico al liceo di Rieti, dove però rimaneva pochi mesi per iniziare l’esperienza all’Ospizio Margherita, che è narrata nel volume Ragazzi ciechi e che ebbe inizio nell’aprile 1912. Vinse il concorso per cattedre di ruolo scegliendo il liceo di Lanciano. Ma anche qui rimase poco perché nel 1916 venne chiamato a dirigere la casa di rieducazione dei Ciechi di guerra in Roma, e a Lanciano ad insegnare tornò solo nel 1920.

Nel luglio del 1917 si sposò con Elena Coletta. Nel 1924 il ministero della Pubblica istruzione lo scelse per ispezionare gli istituti per ciechi e decidere quali erano i più adatti a essere trasformati da istituti di beneficenza a Enti di istruzione. Nel 1926 organizzò la scuola di Metodo per gli educatori dei ciechi della quale rimase direttore fino alla morte e che oggi porta il suo nome. In questo modo potè dare corpo allo sviluppo del suo metodo.

Fin dal 1937 la sua malattia lo aveva portato all’inibizione dei movimenti volontari; la mente restava però viva. Il suo ultimo articolo è del 1940 “Guida dei ciechi a S. Paolo”.

Morì a Roma l’8 marzo 1946.

Opere principali:

  • Introduzione alla educazione dei ciechi. Bologna 1906.
  • Dalla pietà alla scienza. I ciechi non saranno infelici. Roma 1908.
  • L’educazione dei ciechi in Italia. Roma 1910.
  • Per i nostri soldati ciechi. Roma 1915.
  • Per i nostri soldati ciechi. Documenti ed esempi incoraggianti. Roma 1916.
  • In guardia dai vecchi metodi per la rieducazione dei ciechi della guerra. Roma 1916.
  • Dopo undici mesi di esperienza nella direzione di Villa Aldobrandini. Roma 1918.
  • Dei metodi seguiti e dei risultati ottenuti nella rieducazione dei militari ciechi. Roma 1919.
  • Ragazzi ciechi. Bologna 1924.
  • Pagine vissute di un educatore cieco. Firenze 1944.

Fonti:

  • A. Romagnoli: Pagine vissute di un educatore cieco
  • Elena Coletta Romagnoli: Introduzione all’edizione del 1973 di Ragazzi ciechi.

Note biografiche a cura di Paolo Alberti

Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)

  • Ragazzi ciechi
    L'esperienza dell'autore, nel 1912, come educatore di fanciulle non vedenti presso l'Ospizio Margherita di Roma.
 
autore:
Augusto Romagnoli
ordinamento:
Romagnoli, Augusto
elenco:
R