Dall’incipit del libro:
Il giorno 16 d’agosto dell’anno 1787 partii da Londra alle ore 12, ed arrivai a Slowgh verso le 3 della sera. Ricapitai la lettera della signora Piazzi al celebre dottore Herschel, il cui nome sta scritto oggidì nel cielo, e sarà sempre memorabile pel nuovo pianeta, pe’ due suoi satelliti da lui riconosciuti, e pei vulcani della luna. Egli è molto affabile e cortese, e mi fece vedere i suoi magni telescopj di riflessione, di cui uno è lungo da 40 piedi, e largo 5 nell’orificio superiore, e si move con grandissima facilità, s’alza ed abbassa ad ogni cenno dell’Astronomo per l’artifizio di ruote, e manovelle ben immaginate, e ben eseguite. Il tempo piovoso m’impedì di fare con esso lui qualche osservazione, come gentilmente mi propose.
L’e-text esempla il testo nell’edizione delle opere dell’Autore, curata postuma da F. Mocchetti, che è più completa di quella pubblicata anch’essa dopo la morte, ma in forma ridotta, da B. Gamba, Venezia, Tipografia d’Alvisopoli, 1824 (vd. Letterati, memorialisti e viaggiatori del Settecento, a cura di E. Bonora, Napoli 1951, pp. 1000 e 1133 ; cfr. G. Biancardi – C. Francese, Prime edizioni di scrittori italiani, Milano 2004, pp. 378-379).

