Dall’incipit del libro:
L’orgoglioso proposito di Marx fu quello di assicurare al socialismo una base scientifica, di trasformare il socialismo in una scienza, anzi nella scienza sociale per definizione. Di qui il disdegno per i predecessori e il ripudio d’ogni posizione moralistica. Con le due grandi scoperte, dice l’Engels in Evoluzione del socialismo dall’utopia alla scienza, della concezione materialistica della storia ed il segreto della produzione mediante il plus valore, «il socialismo divenne una scienza, che occorre adesso elaborare piú ampiamente in tutti i suoi particolari».
Al socialista Marx non chiedeva piú atti di fede e romantiche dedizioni: anzi egli diffidava dei cavalieri dell’ideale. Al socialista chiedeva il sano impiego della fredda ragione, il coraggioso riconoscimento della realtà storica. Il socialismo era nei fatti, nel meccanismo intimo della società capitalistica: non nei cuori degli uomini. Doveva avverarsi, non poteva non avverarsi; e si sarebbe avverato non per opera di una immaginaria volontà libera degli uomini, ma di quelle forze trascendenti e dominanti gli uomini e i loro rapporti che sono le forze produttive nel loro incessante svilupparsi e progredire. Il socialismo scientifico, usava dire Antonio Labriola, autorevolissimo interprete del marxismo, afferma l’avvento della produzione comunista non come un postulato o un oggetto di libera scelta, ma come il risultato del processo immanente della storia.

