Dall’incipit del libro:
Solo, in mezzo alla piazza, candida della fredda luce delle lampade elettriche, Marino guardò il gruppo degli amici che si allontanavano, parlando e ridendo forte. E quando essi furono scomparsi nell’ombra egli rimase ancora un istante così, solo, immoto, nella piazza, deserta per la tarda ora. Poi lentamente si mosse: inoltrò a caso, prese per una delle lunghe vie che mettono capo nella piazza. Anche la via era bianca, fredda e deserta. Le vetrate dei caffè, delle birrerie chiassose e piene di gente, mandavan fasci di luce gialla nel candido chiarore delle lampade elettriche; qualche negozio ancora aperto rifulgeva nei lucidi vetri e nelle vernici.
Marino camminava stanco, bassa la testa, pensoso. Avea bisogno d’esser solo. La discussione di poc’anzi lo avea irritato e infastidito. Per liberarsene egli avea accusato una forte emicrania e il vivo bisogno di ritirarsi. Ed ora era solo. Finalmente.
Egli andava innanzi, così a caso, respirando l’aria frizzante della pura notte invernale, calma e serena. A poco a poco alle vie eleganti e spaziose seguiron le vie secondarie, meno illuminate, senza caffè nè birrerie, dai negozi ormai tutti chiusi; deserte e silenziose.



