Dall’incipit del libro:
Nessuna parte del mondo s’impone alla geografia come l’Africa. Ribelle agli sforzi perseveranti degli esploratori, i quali, sebbene a prezzo di sacrifici infiniti riescono a strapparle i suoi segreti secolari; piantata in faccia alle genti di più antica civiltà, e bagnata da quel Mediterraneo che ne fu il maggior focolare, massiccia ed impervia, abitata da stranie e selvaggie genti e pur ricca d’ogni dono di natura, imponente e terribile in tutto, nel corso dei suoi fiumi e nelle sue foreste, negli impaludamenti sterminati e nella sua fauna, nella ferocia degli abitanti e nella inclemenza del suo cielo di fuoco, l’Africa è, per il geografo, piena del più alto e vario interesse. A queste considerazioni di generale interesse, altre si aggiungevano per consigliarci a mandare innanzi questo volume, considerazioni piene di liete promesse quando fu incominciato, e che poi, colpa la fortuna, e, più della fortuna, la poca scienza e coscienza colle quali furono condotte le imprese nostre, riuscirono a disastri lagrimevoli ed a scoramenti fatali.


