Dall’incipit del libro:
La parte del continente africano indicata sulle carte col nome di Tripolitania, è una regione senza unità geografica, vasta oltre un milione di chilometri quadrati e composta di paesi diversi, separati gli uni dagli altri da solitudini disabitate e perfino inabitabili. Si può assicurare che, se non il deserto, almeno le steppe che lo precedono, toccano il litorale della Grande Sirte. Lo spazio compreso tra la Cirenaica ad est e le montagne di Gurian, vicine a Tripoli, è una terra che tiene ad un tempo della zona mediterranea del Sahara: la Tripolitania meridionale appartiene tutta al deserto. Ivi non sono che roccie, ciottoli, argille e sabbie, tranne alcune bassure, dove scaturisce poca acqua, ristoro dell’uomo ed alimento de’ palmizi. Egli è dunque per una finzione politica, non per condizioni naturali, che la Tripolitania viene considerata un tutto insieme; s’aggiunga che lo spazio compreso con questo nome neppur dipende tutto dal governo della Sublime Porta. L’oasi di Cufra, ad esempio, sebbene annoverata fra i possedimenti della Turchia, è rimasta interamente indipendente; parecchie altre più vicine alla costa dipendono dagli Ottomani solo di nome.


