Dall’incipit del libro:
Alla descrizione di tutta l’immensa fabbrica dell’Universo, e delle varie parti, onde risulta; alla esposizione dei grandi fenomeni celesti, meteorici, e terrestri, dei quali ognuno brama saper le cagioni; alla enumerazione e classificazione degli esseri diversissimi, che formano, rivestono, od abitano il nostro globo; dee tener dietro uno studio assai più profondo ed è quello dei corpi in sè medesimi; ossia della materia, da cui sono costituiti questi esseri, i quali appartengono a regni e famiglie tanto differenti; e delle sue forze, le quali sono la cagione di quei sorprendenti fenomeni, e si congiungono insieme e si intrecciano in bell’armonia a produrre il meraviglioso spettacolo della Natura. Or questo studio non può farsi, senza che i corpi si alterino artificialmente; senza che i misti si scompongano nei loro componenti; senza che si cimentino, e spesso ancora si stimolino le forze della materia ad agire sotto condizioni straordinarie; e senza che finalmente si mettano talora a nudo i congegni, dei quali si servono gli agenti fisici (P.Ia. 2. II. 4a) nelle loro più recondite operazioni; e per dirlo con una parola sola, non può farsi senza gli esperimenti (P.Ia. 4.I. 2a).


