Dall’incipit del libro:
Martire dalla più pura e più schietta linea eroica!
E il pensiero va al libro classico della esaltazione degli eroi, così meravigliosamente rinverdito dagli esempî della storia più recente. Poichè, se non è apparso, come il Carlyle voleva, che la storia universale sia semplicemente la serie delle biografie degli eroi, i veri e i soli creatori, secondo lui, di tutto ciò che di grande si è compiuto e rimane stabilmente nel mondo; pur tuttavia è rifulso ancora una volta quanto possa in queste formidabili ore di crisi e di tragedia l’eroismo individuale, con il conseguente prevalere dei fattori puramente morali e spirituali; contro la dottrina di derivazione germanica, che la storia la fanno le masse amorfe ed anonime, sotto la spinta fatale di bisogni puramente economici e materiali. No; anche in questa immane guerra di popoli, non le masse amorfe e anonime, ma le collettività foggiate e personificate con nome e coscienza di nazione, e infiammate da una passione tutt’affatto ideale, come è quella di nazionalità, sono gli attori veri del grande dramma. Ove si sono visti, anche tra i popoli, i tiranni e i carnefici; i paladini e i martiri, i martiri dalla più pura e più schietta linea eroica: il Belgio!
