Gastone Razzaguta, multiforme ingegno, nacque a Livorno nel 1890. Senza particolari studi specifici, coltivò un vivace temperamento artistico, indirizzato verso la pittura, la letteratura e la critica dell’arte. Tenne la sua prima mostra a Treviso nel 1912, esponendo opere nelle quali rappresentava con forza il dramma quotidiano del vivere, attraverso visioni grottesche, a volte caricaturali, ma sempre di grande impatto formale. Forte di una profonda capacità d’analisi psicologica, Razzaguta rivolse il suo crescente interesse verso i rappresentanti di un umanità derelitta, misera, abbrutita dal vizio, facile alla violenza.

Per quasi trent’anni dipendente delle Ferrovie dello Stato, fu anche segretario, dall’anno della sua fondazione nel 1920, del Gruppo Labronico, che riuniva i pittori legati alle esperienze artistiche sviluppatesi in Toscana. Il gruppo, inquadrato nella corrente dei postmacchiaioli, aveva tra i suoi membri, per citare due tra i più noti, Oscar Ghiglia e Plinio Nomellini. A Livorno abitava con due anziane parenti invalide e durante la seconda guerra mondiale, esonerato perché unico loro sostegno, decise di non sfollare e restare accanto alle due donne, anche quando la città fu colpita dai massicci bombardamenti aerei anglo americani. Fu proprio l’impiego alle Ferrovie a permettergli di mantenere le sue parenti e se stesso e di coltivare nel tempo libero la sua passione della pittura e poi della scrittura. In tutta la sua opera traspare l’amore per la sua città natale, che fece di lui, soprattutto nella sua produzione pittorica (limitata in tutto a circa trenta opere) e grafica, un gradevole interprete del vario carattere livornese, soprattutto di quel popolare e pittoresco umore che connotava allora Livorno.

Razzaguta cominciò a frequentare il Caffè Bardi, divenendone presto una delle figure più vivaci e attive nel promuovere mostre, nel sostenere dibattiti culturali, nel profondersi generosamente per dare consigli ai giovani esordienti e per valorizzare le opere dei colleghi. Il Caffè Bardi, locale storico di Livorno, fu aperto nel 1908, lo stesso anno della morte di Giovanni Fattori, e divenne subito punto d’incontro per artisti non solo labronici e non solo pittori ma anche scultori, scrittori, autori di teatro e musicisti. Poco tempo dopo l’apertura venne presa la decisione di affrescarne le pareti e a tale progetto parteciparono numerosi pittori tra i quali Razzaguta, che realizzò il pannello Offerta del Caffè. Fu proprio in quel luogo che prese forma l’idea del Gruppo Labronico. Dopo la chiusura del Caffè, nel 1921, gli affreschi originali vennero rimossi: solo parte di essi furono salvati dalla famiglia Bardi.

Oltre a scrivere critiche d’arte per giornali locali e cataloghi di mostre e a disegnare caricature – firmate Miss Polpetto – nel settimanale satirico “Niente da Dazio?”, come pittore e grafico partecipò a numerose esposizioni, oltre alla prima del 1912: nel 1913 espose a Napoli; fu presente all’Esposizione nazionale di Belle Arti di Roma nel 1914; nello stesso anno e nel 1916 fu presente all’Esposizione Nazionale di Belle Arti di Milano alla Permanente; l’anno successivo espose alla Mostra Pro-Soldato; nel 1922 fu a Firenze e nel 1924 la sua Malinconia fu esposta all’Esposizione internazionale d’arte di Venezia nella stessa Sala nella quale erano presenti opere di Lorenzo Viani, Aldo Carpi, Giorgio De Chirico e Libero Andreotti. Nel 1925 si tenne, naturalmente anche con opere di Razzaguta, la X Mostra del Gruppo Labronico.

Razzaguti scrisse tre volumi dedicati alla sua città natale: Virtù degli artisti labronici, edito nel 1943, ricco di notizie sulla vita artistica di Livorno di inizio secolo e sullo stimolante ambiente del Caffè Bardi; Livorno nostra, edito nel 1948; e Cacciucchesca, uscito postumo nel 1951. Morì a Livorno nel 1950.

Nel 2010 presso la Pinacoteca “Carlo Servolini” di Collesalvetti (LI), si è tenuta la mostra “Gastone Razzaguta 1890 – 1950 : Una coscienza critica tra il Caffè Bardi e il Gruppo Labronico” curata da Francesca Cagianelli, in occasione del 90° anno del Gruppo Labronico. Nel testo, sempre di F. Cagianelli, che illustra il mecenatismo della Cassa di Risparmi di Livorno, si evidenzia quanto Razzaguta, in parte dimenticato come pittore e grafico dalla critica, sia sopravvissuto quasi esclusivamente grazie al ‘compendio’ Virtù degli artisti labronici, nel quale l’autore fa un bilancio retrospettivo di una stagione artistica in realtà condivisa da lui in veste di militante. Alcune sue opere grafiche sono presenti nella collezione del Nuovo Museo della città di Livorno inaugurato nel 2018.

Fonti:

Note biografiche a cura di Claudia Pantanetti, Libera Biblioteca PG Terzi APS

Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)

  • Virtù degli artisti labronici
    Il testo è veramente di piacevole lettura, interessante non solo per storici dell'arte. L'autore racconta con trasporto e passione della sua amata Livorno ai tempi in cui operava il Gruppo labronico e la vita artistica ruotava vivacissima intorno al Caffè Bardi.
 
autore:
Gastone Razzaguta
ordinamento:
Razzaguta, Gastone
elenco:
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