Dall’incipit del libro:
La Tripolitania in largo senso, — o la Libia come prevale denominarla — nei suoi limiti attuali (per quanto poco definiti) non forma una regione geografica propriamente detta, ma soltanto un corpo politico, passato dalla sovranità della Turchia a quella dell’Italia, la quale, esordiendo coll’occuparvi alcuni tratti del litorale, nella fiducia di giungere poco a poco alla presa di possesso delle parti interne, ha intenzione d’instaurarvi gradatamente un governo più stabile del precedente e portare il paese allo stato di civiltà che gli è consentito dalla sua posizione, dalle modeste risorse del terreno, dall’attitudine colonizzatrice degl’Italiani medesimi.
Se volessimo invece ricercare una unità geografica nel nostro nuovo dominio africano, dovremmo allargarne alquanto i confini, neppure in questo caso potendo precisarli, considerata l’imperfetta cognizione che abbiamo sinora di quel paese: nella sua forma plastica generale verrebbe a comprendere tutta la regione tra il Mediterraneo ed il sollevamento montuoso Tarso-Tümmo-Tasili, specie di catena trasversale mediana del Sahara, che la separa dal versante Sudanese o del Ciad, e dovrebbe terminare verso nord-ovest alle bassure dello Sciott el-Gerid (Tunisia meridionale) e del Sahara Algerino orientale, a nord-est alla regione del Delta Egiziano od alla serie di oasi più orientali del Deserto Libico.



