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Dall’incipit del libro:
Quelle venti o trenta persone, che rappresentavano il sancta sanctorum del bel mondo veronese, e al club si appartavano per conversare in un circolo altrettanto intimo quanto ristretto, e che si riunivano al lunedì dalla marchesa d’Arcole, al mercoledì dalla generalessa Brocca di Broglio, e al venerdì da madama Kraupen, erano state scosse nella loro inerte monotonia da una notizia importante: il conte Andrea di Santasillia ritornava a Verona. Egli vi mancava già da dieci anni: e per le peripezie che ne aveano preceduta la partenza, e per il casato suo, forse il più autenticamente illustre nella pleiade numerosa e problematica dei conti veronesi, quell’inaspettato ritorno non poteva non mettere il campo a rumore.



