Dall’incipit del libro:
Quando la contessa Elisa chiamava bambino il conte Eriprando degli Ariberti, voleva proprio dire che si trovava allora molto in tenero con lui; cosa che non le accadeva sempre, quantunque, quasi sempre, ella credesse di volergli bene. Ma dal canto suo, la contessa Elisa era occupatissima, aveva ogni giorno un infinito numero di cosucce da fare e da sbrigare, mentre il conte Eriprando non ne aveva che due sole: voler bene alla contessa Elisa ed aspettar pazientemente una risposta alle carte ch’egli aveva inoltrate negli uffici delle strade ferrate A. I., col nobilissimo scopo di ottenere un impiego.
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