Gioachino Rossini (Pesaro, 29 febbraio 1792 – Passy, 13 novembre 1868).
Nato tre mesi dopo la morte di Wolfgang Amadeus Mozart, il Cigno di Pesaro – come fu definito – impresse al melodramma uno stile destinato a far epoca e del quale chiunque, dopo di lui, avrebbe dovuto tener conto; musicò decine di opere liriche senza limite di genere, dalle farse alle commedie, dalle tragedie alle opere serie e semiserie.
La sua famiglia era di semplici origini: il padre – detto Vivazza, fervente sostenitore della Rivoluzione francese, era originario di Lugo e suonava per professione nella banda cittadina e nelle orchestre locali che appoggiavano le truppe francesi d’occupazione; la madre, Anna Guidarini, era nata ad Urbino ed era una cantante di discreta bravura.
Così il giovane Rossini trascorre gli anni della giovinezza o presso la nonna o in viaggio fra Ravenna, Ferrara e Bologna dove il padre era riparato nel tentativo di sfuggire alla cattura dopo il restauro del governo pontificio. Ed è proprio a Bologna, dopo aver appreso qualche rudimento dai fratelli Malerbi a Lugo, che si avvicina alla musica ed in particolare allo studio del canto (fu contralto e cantore all’Accademia filarmonica) e della spinetta presso Giuseppe Prinetti, suo primo maestro.
È il 1800 e Rossini ha otto anni; a quattordici (1806), si iscrive al Liceo musicale bolognese, studia intensamente composizione appassionandosi alle pagine di Haydn e di Mozart (è in questo periodo che si guadagna l’appellativo di tedeschino), mostrando grande ammirazione per le opere di Cimarosa e scrive la sua prima opera (Demetrio e Polibio, che sarà rappresentata però soltanto nel 1812). Conosce Isabella Colbran, cantante lirica, maggiore di età , che sposerà anni dopo e da cui si separerà intorno al 1830.
Viaggio nel melodramma
A neanche vent’anni tre sue opere sono già state rappresentate e la quota, un anno dopo, salirà a dieci. L’esordio ufficiale sulle scene era avvenuto nel 1810 al Teatro San Moisé di Venezia con La cambiale di matrimonio. Il lungo viaggio nel melodramma era iniziato. Rossini ha composto opere per i maggiori teatri italiani ed europei. Il Guglielmo Tell – rappresentato a Parigi il 3 agosto1829 con il titolo di Guillaume Tell – sarà l’ultima sua opera.
Sei movimenti del suo Stabat Mater furono scritti nel 1832 e il resto fu completato nel 1839, anno della morte del padre. Il successo di quest’opera regge il confronto con i risultati ottenuti nell’opera lirica; ma è il silenzio comparativo che va dal periodo dal 1832 alla sua morte avvenuta nel 1868 che rende la sua biografia simile alla narrazione di due vite diverse: la vita del trionfo veloce ed immediato, e la lunga vita di isolamento, nella quale i biografi hanno immortalato il compositore.
Tra pigrizia e peccati senili
Rossini, uomo dalle mille sfaccettature, è stato descritto dai numerosi biografi in molte maniere: ipocondriaco, umorale e collerico oppure preda di profonde crisi depressive, ma pure gioviale bon vivant amante della buona tavola e delle belle donne; spesso è stato ritenuto afflitto da pigrizia, ma la sua produzione musicale, alla fine, si rivelerà incomparabile (sebbene arricchita da numerosi centoni, brani musicati precedentemente e riutilizzati per nuove opere che il compositore prestava a sé stesso in una sorta di auto-plagio).
Rossini smise di comporre per il teatro lirico all’età di trentasette anni, dopo il Guglielmo Tell, ritirandosi dalla mondanità a vita privata. Nonostante ciò continuò fino all’ultimo a comporre musica, per sé, per Olympe Pélissier, sposata in seconde nozze dopo la morte nel 1845 di Colbran, e per gli amici.
Tra le ultime opere composte occorre ricordare la versione definitiva dello Stabat mater (1841) ed innumerevoli brani di musica da camera, sonate e composizioni per pianoforte solo o con voce solista, come nel caso dei duetti Soirèes musicales (1835). Nella produzione dell’ultimo Rossini ci sarà inoltre spazio anche per quelli che egli stesso definì autoironicamente i suoi «Péchés de vieillesse», «semplici» (ma non bisogna credergli) «senili debolezze». L'”ultimo peccato mortale della sua vecchiaia”, fu la Petite messe solennelle (1863) per «dodici cantori di tre sessi, uomini, donne e castrati», due pianoforte ed armonium.
L’autore di opere come Il barbiere di Siviglia, La Cenerentola, Semiramide, Tancredi, La gazza ladra e Le Comte Ory (solo per citarne alcune) si spense per una forma tumorale nella sua villa di Passy, presso Parigi. I francesi – ma non solo – si stavano preparando a festeggiare il suo settantasettesimo compleanno. Le sue spoglie furono tumulate nel cimitero parigino Père Lachaise e portate in Italia solo nel 1887, nove anni dopo la morte della Pélissier. Riposano nella basilica di Santa Croce, a Firenze.
Note biografiche tratte (e riassunte) da Wikipedia
http://it.wikipedia.org/wiki/Gioachino_Rossini
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- Armida
- Il barbiere di Siviglia
Direttore: Carlo Maria Giulini - Il barbiere di Siviglia
Direttore: Erich Leinsdorf
L'opera è ancor oggi tra quelle maggiormente eseguite nei teatri di tutto il mondo ed è famosa anche per l'ouverture, una delle più note di Rossini. - La cambiale di matrimonio
- La donna del lago
- Guglielmo Tell
Direttore: Mario Rossi. Orchestra e Coro della RAI di Torino - Guglielmo Tell
Direttore: Mario Rossi. Orchestra e Coro della RAI di Milano
Il filo conduttore della complessa trama è costituito dal processo di liberazione del popolo svizzero dalla dominazione austriaca. Figura principale è il leggendario Guglielmo Tell, che guiderà il suo popolo verso la libertà . - L'Italiana in Algeri
Direttore: Carlo Maria Giulini - L'Italiana in Algeri
Direttore: Silvio Varviso
Il testo di Angelo Anelli, un dramma giocoso in due atti appartenente al genere dell'opera buffa, era già stato musicato nel 1808 da Luigi Mosca e si ispirava vagamente ad un fatto di cronaca realmente accaduto: la vicenda di Antonietta Frapolli, signora milanese rapita dai corsari nel 1805, portata nell'harem del bey di Algeri Mustafà -ibn-Ibrahim e poi ritornata in Italia. - Petite messe solennelle
- Semiramide
- Sonata III in Do maggiore
Revisione di Alfredo Casella
Le sei sonate a quattro, furono composte da un precoce Gioachino Rossini all'età di dodici anni durante le vacanze estive passate presso la tenuta di Conventello di Ravenna nella casa della ricca famiglia Triossi. Questa precoce e felice fase compositiva durò complessivamente tre giorni, così come testimonia lo stesso Rossini in una mordace nota autocritica posta in calce alla parte manoscritta per violino ritrovata anni dopo e dal musicista ritenuta persa in casa Triossi. - Stabat Mater
Per soli, coro a quattro voci e orchestra - Il turco in Italia