Dall’incipit del libro:
Pensando fra me stesso a quale categoria di libri appartenga questo mio, giacchè sarebbe troppo pretendere che faccia classe da sè, trovo che si può chiamarlo un frammento o una fetta di Galateo. Difatti, che cosa è un Galateo? all’ingrosso, l’arte di stare col prossimo il meno male per sè e per gli altri, ossia l’arte di vivere in società. Ma, delle ventiquattro ore del giorno, tra quelle che si voltano via dormendo, e quelle altre che si passano in qualsiasi modo isolati, più della metà, grazie al cielo, si sottraggono alla pedantesca tirannide del Galateo. Delle rimanenti un pajo, e le più gradite, che si consumano a tavola, prendo a governarle io col presente trattato. Da ciò vorrei inferire che con quattro o cinque altri libri come questo avrò dato al mondo la scienza di tutta la vita, e la mia missione sarà giunta al suo fine. Si vorrà oppormi di primo colpo che di Galatei ve ne sono già due, e famosi; quello del Casa e quello del Gioja. E invero, se fossero due opere corrispondenti alla loro fama, ve ne sarebbe già una d’avanzo: eppure ne abbisogna ancora una terza, perchè la prima non si legge più, e non si può più leggere la seconda.


