Giovanni RuffiniGiovanni Domenico Ruffini (Genova, 20 settembre 1807 – Taggia, 3 novembre 1881) è stato uno scrittore e patriota italiano.

La vita della famiglia Ruffini fu molto turbolenta a causa della fragilità di salute dei suoi componenti e dei problemi con la giustizia legati all’attività patriottica. Già il padre, Bernardo Ruffini, d’idee liberali, ebbe dei problemi da giovane, che gli bloccarono la carriera in magistratura. La madre, Eleonora Curlo Ruffini, figlia del marchese Ottavio Curlo di Taggia, diede alla luce ben tredici figli ma solo 4 maschi e una femmina, Angiolina, giunsero all’età adulta.

Giovanni nacque nel 1807 e trascorse l’infanzia a villa Eleonora a Taggia, successivamente frequenta il collegio Reale della SS Annunziata, dopodiché s’iscrive alla facoltà di legge. Fu in quegli anni che il fratello Jacopo gli presentò Giuseppe Mazzini. S’iscrisse alla Carboneria e poi alla Giovine Italia e iniziò la sua attività patriottica con i fratelli. La notte del 13 maggio 1833 il fratello Jacopo viene arrestato e sottoposto a interrogatori particolarmente duri, forse anche alla tortura, visto che si suiciderà nella notte del 18 giugno tagliandosi la gola.

Il 17 settembre 1833 Giovanni viene condannato in contumacia e decide di partire alla volta di Marsiglia dove ritroverà poi Mazzini. Raggiunto dal fratello minore Agostino, anche lui mazziniano, decise di trasferirsi in Svizzera. Nel 1837, sempre con il fratello, decidono di trasferirsi in Gran Bretagna dove iniziano subito a studiarne l’inglese. Fu in quegli anni che iniziò a lavorare al suo primo romanzo “Lorenzo Benoni”, ma non riscontrò alcuna approvazione presso le case editrici a cui lo presentò, decidendo così di metterlo da parte.

Nel frattempo in Inghilterra era diventato amico con Thomas Carlyle e grazie a quest’ultimo aveva potuto frequentare gli intellettuali inglesi dell’epoca. Nel 1841 aveva rivisto brevemente la madre a Montpellier, particolarmente provata dai numerosi lutti famigliari, non ultimo la morte del primogenito Ottavio, che non si era mai interessato di politica, avvenuta nel 1839 e del marito avvenuta nel 1840. Giovanni decise di stabilirsi a Parigi dove collaborò con Gaetano Donizetti, prima traducendo il “Dom Sébastien” poi scrivendo il “Don Pasquale”, che firmò utilizzando il nome di un amico, Michele Accursi.

Nel 1848 dopo l’adozione dello Statuto Albertino rientra in patria e diviene deputato per il collegio di Taggia, e nel 1849 accetta la nomina di Vincenzo Gioberti a ministro plenipotenziario presso la Repubblica francese. L’incarico fu di breve durata perché rimise le sue dimissioni appena seppe della caduta in disgrazia di Gioberti, restituendo il denaro versatogli per le sue funzioni. Si ritirò a Taggia restare al fianco del fratello Agostino che morì nel gennaio del 1855.

In quegli anni riprese la scrittura e riuscì a pubblicare “Lorenzo Benoni, ovvero Pagine della vita di un Italiano” nel 1853. Fu a quell’epoca che conobbe Cornelia Turner, con la quale strinse dei rapporti filiali, e fu in quell’anno che pubblicò il suo più grande successo “Il Dottor Antonio”(1855). Questo romanzo tipicamente ottocentesco fu essenziale per far conoscere la riviera Ligure e soprattutto Bordighera ai turisti inglesi. Tutti i britannici che si recavano a Bordighera chiedevano di visitare la “Locanda del mattone”, dove la dolce Lucy Davenne era stata curata dal dottor Antonio.

Nel 1856 anche la madre moriva, di tutta la numerosa famiglia solo Giovanni e Angiolina erano sopravvissuti. Nel 1859 pubblicò il romanzo “Lavinia” e nel 1863 “Vincenzo”, poi smise ci scrivere. Nel 1874 alla morte della signora Turner decise di rientrare definitivamente a Taggia, dove morì il 3 novembre 1881, all’età di 74 anni.

Note biografiche tratte e riassunte da Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Ruffini

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Giovanni Ruffini
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Ruffini, Giovanni
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