Dall’incipit del libro:
Nella descrizione delle Feste Veneziane entrar non vi dovrebbero quelle la cui origine è tutta cattolica e propria di tutti i popoli in una medesima religione; ma spero di ottener indulgenza presso i miei benevoli Lettori, se fra le sacre solennità trovandone alcune che in sè abbiano qualche circostanza risguardante in particolare la Veneta Repubblica, io anche di queste a parlar m’accinga. Una fra esse è certamente quella del Venerdì Santo; anzi se si dee confessare il vero dalla descrizione delle cerimonie praticate in Venezia in quel pietoso giorno, doveva la mia opera incominciare. Nulla infatti poteva esservi di più antico in queste lagune, che la celebrazione di un giorno di così antica e di così venerabile ricordanza. All’epoca dell’irruzione de’ Barbari in Italia, il Sacerdozio, imitando la nobiltà, e tutti quelli che avevano molto a perdere, fuggì dal continente trasportando seco il prezioso tesoro delle Sante Reliquie. Accompagnato esso dalla parte più fedele del Popolo, scelse ad asilo queste lagune, e vi stabilì i riti della Chiesa Romana, madre e maestra di tutte le altre chiese.


