Dall’incipit del libro:
Dopo la nostra vittoria alle Curzolari, altrove descritta, fummo costretti a segnar la pace colla Porta Ottomana; e per ottenerla, dovemmo cedere il più bel possesso, che avessimo nel Mediterraneo, il regno di Cipro con altri stabilimenti marittimi. Chi non istupirà di un tal fatto? Potevasi mai credere, che così andasse a riuscire un’azione tanto celebrata nelle bocche degli uomini, che avea portate il terrore nel Serraglio, nel Divano e in tutta Costantinopoli, e che avea perfin costretto il monarca a fuggire, sul dubbio che o il nemico gli occupasse la capitale, o il popolo gli si rivoltasse? Cesseranno però le maraviglie quando si sappia, che la Repubblica di Venezia non poteva da sè sola continuar le sue imprese, e che i suoi alleati, gelosi di sua grandezza, si mostrarono subito dopo la vittoria ancor più freddi, irresoluti, inattivi a prosieguir una guerra, di cui la gloria poteva esser comune, non già l’utilità, ch’era quasi esclusivamente in favore de’ Veneziani. In oltre tutte le altre nazioni, che frequentavano i mari per ragion di commercio, e particolarmente la Spagna, riflettendo che coll’indebolire questa potenza marittima di primo ordine potevano trarre per sè grandissimi vantaggi, risolsero unanimi di non ascoltar più che la sola voce del proprio interesse, e di esser sorde alle grida della giustizia contro la violenza e a quelle del Cristianesimo contro la propagazione di una falsa religione.

