Luigi Russolo nacque a Portogruaro il 30 aprile 1885, ultimo di tre fratelli. Il padre, Domenico, era orologiaio e fu musicista maestro d’organo.
La passione per la musica dei due fratelli più grandi, Giovanni e Antonio, induce la famiglia a trasferirsi, nel 1901, a Milano, perché i fratelli, che diventeranno musicisti professionisti, possano studiare al conservatorio. L’orientamento di Luigi in quel periodo è però diretto alle arti figurative e frequenta l’accademia di Brera pur senza avere mai come obbiettivo un curriculum accademico. Anche Luigi tuttavia si era da giovanissimo avvicinato alla musica, instradato dal padre, con lo studio del violino e del pianoforte.
Fin dal 1909 si avvicina con entusiasmo al movimento futurista, come pittore, firmando anche il primo manifesto dei pittori futuristi con Boccioni, Carrà, Balla e Severini. Ma certamente la musica non era estranea ai suoi interessi. Nella sua produzione pittorica di quegli anni spiccano Periferia-Lavoro (1909), La Rivolta (1911), Sintesi plastica dei movimenti di una donna (1912), Linee forza di una folgore (1912), Solidità della nebbia (1913), Volumi dinamici (1913). Ma in quegli anni dirada la sua attività di artista figurativo.
I manifesti futuristi sulla musica del 1910, ’11 e ’12, e l’essere stato presente al concerto di Balilla Pratella al Costanzi di Roma il 21 febbraio 1913, lo spinsero a dire la sua, in ottica futurista, sull’arte musicale. Prende così corpo il suo manifesto L’Arte dei rumori del 1913. Da notare che alle esecuzioni romane del Pratella partecipò anche il fratello di Luigi, Antonio, che pare abbia avuto parte non secondaria nel fornire aiuto e paziente consulenza a Luigi probabilmente anche per la stesura del suo testo del 1916 L’arte dei rumori che riassume le vicende dei primi concerti con gli strumenti di sua invenzione, gli intonarumori, e pone alcune basi teoriche per lo sviluppo di questa attività. Ideò infatti in seguito l’arco enarmonico, con cui riuscì a ricavare dagli archi sonorità diverse, e il rumorarmonio o Russolofono (nel 1929) che fu adottato a Edgar Varèse che era entrato in contatto con Russolo nel 1928. Con questa strumentazione fece alcune composizioni dal titolo significativo: Convegno delle automobili e dell’areoplani, Si pranza sulla terrazza dell’Hôtel, Combattimento nell’oasi, Il risveglio della città, ecc.
Quando l’Italia entra in guerra Russolo fa parte del Battaglione Lombardo Volontari Ciclisti Automobilisti che viene sciolto nel dicembre 1915; pochi mesi dopo si arruola nell’esercito regolare. Questo forse ostacola un po’ la revisione e l’assemblaggio degli articoli che comporranno lo scritto L’Arte dei rumori che le Edizioni futuriste di poesia pubblicano nel 1916. Sembra comunque che il movimento futurista voglia operare un distinguo chiaro tra l’opera del Petrella, professionista, e quella di Russolo. Nell’organigramma del movimento posto all’inizio del volume si distingue Musica futurista (Petrella) dall’Arte dei rumori (Russolo) e Intonarumori (Russolo-Piatti) e la recensione al libro di Russolo dello stesso Petrella («Avvenimenti» n. 36, 1916) non manca di rimarcare la distinzione netta tra le intuizioni rumoristiche del Russolo in confronto alla ricerca musicale “tradizionale”. Non mancano tuttavia le lodi, ovviamente.
La successiva evoluzione porta però a dei compromessi. Ai concerti parigini del 1921 le composizioni presentate sono del fratello Antonio e c’è l’impiego degli strumenti tradizionali affiancati dagli intonarumori che, nel frattempo, sono diventati 28. Da questo momento Russolo approfondisce la sua cultura musicale di base e si dedica al perfezionamento degli strumenti. Nel frattempo rifiuta di aderire al fascismo, insieme a pochi altri futuristi.
Dal 1926 collabora al giornale «La Borsa» con recensioni e articoli di critica musicale. Il 16 giugno di quell’anno si sposa con Maria Zanovello la quale nel 1958 darà alle stampe il libro sul marito: Russolo l’uomo l’artista.
La sua attività nell’ambito musicale termina in pratica nel 1931 con il brevetto del nuovo strumento musicale a corde e nel 1932 con un articolo (L’enarmonismo) inserito in un volume di Depero. Aveva trascorso quegli anni tra Parigi e la Spagna. Riprese a dedicarsi alla pittura, e si interessò di filosofia. Spiccato il suo interesse negli ultimi anni per teosofia e scienze occulte, interesse documentato dai Diari inediti e che trova sbocco nel volume Al di là della materia del 1938.
Morì a Cerro di Laveno il 4 febbraio 1947.
Fonti:
- G. Bellorini: Nuovi Studi su Luigi Russolo musicista, in Luigi Russolo, Firenze 2011.
- M. Zanovello Russolo: Russolo l’uomo l’artista, Milano 1958.
- A. Gentilucci: Il futurismo e lo sperimentalismo musicale di oggi. Torino, 1965.
- G,F. Maffina: L’opera grafica di Luigi Russolo, Castano Primo, 1977.
- R. Murray Schafer: La nuova orchestra: l’universo sonoro, Milano 1988.
Note biografiche a cura di Paolo Alberti
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- Al di là della materia
Alla ricerca del vero, alla ricerca del bello, alla ricerca del bene
Il testo si basa sul dialogo tra Pirro e Mani; quest'ultimo nei suoi brevi interventi dovrebbe sostenere, ma con poco spazio e scarso successo, le ragioni del positivismo. Ma la conclusione di Pirro, che è chiara fin dall'inizio è che “tutto il mondo è retto dallo spirito e questo domina la materia”. - L'arte dei rumori
Nato come “Manifesto futurista” nel 1913, nel 1916 le Edizioni futuriste di poesia compendiano nel presente testo l’esperienza teorica e tecnica di Russolo dando vita a uno degli scritti più originali del futurismo stesso.