Dall’incipit del libro:
Sembran versi e non son, benchè raccolti
In nitido stampato abbigliamento;
Son riflessi di spiriti e di volti,
Cui m’incatena mistico tormento.
Son aure accese di sospiri molti,
Di desiderii dal supplicio lento;
È la propria alma mia, Musa, che ascolti,
Me medesma tradotta in ciò ch’io sento.
E in cor te sento, o dalle brune chiome
Pallida Musa; ed Ibla mia respiro
E il greco Imetto nel tuo dolce nome.
Prendi, son tue, com’io tua son, le carte
Scritte senza sudor, dacchè ti miro….
Prendi, è ben tuo ciò che da te si parte.


