I rimatori toscani di transizione, conosciuti anche come “rimatori siculo-toscani”, sono poeti, che dopo la caduta degli Svevi nel Regno di Sicilia, ne hanno ereditato la poesia siciliana e il suo tema centrale dell’amore, ma affiancandoci anche altri temi come la politica, la guerra, la morale e il quotidiano vivere civile.
Il motivo di ciò è da ricercare nel sistema politico utilizzato nel centro-nord italia (cioè i liberi Comuni, invece che la monarchia assoluta del Regno di Sicilia) e da chi compone le poesia che sono delle normali persone del ceto borghese totalmente ambientate nel vivere civile della città (e non funzionari di palazzo nel caso della poesia siciliana).
Lo stile riguarda una ripresa della canzone e del sonetto, originario della Scuola siciliana, ma anche una sperimentazione di altre forme metriche, come la ballata, e di altri temi, come nel caso della canzone politica, sul modello del sirventese provenzale. La nuova poesia riflette infatti il clima civile delle lotte politiche fra le varie città e partiti della società comunale. La lingua utilizzata è il toscano.
I principali autori sono Guittone d’Arezzo, Bonagiunta Orbicciani, Chiaro Davanzati, Compiuta Donzella e Brunetto Latini.
Note biografiche tratte da Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Rimatori_toscani_di_transizione.