Artur Wolfgang Ritter von Sacher-Masoch nacque il 17 dicembre 1875 a Graz, capitale della Stiria, Land della parte sud orientale dell’Austria. Suo padre, Karl von Sacher-Masoch, avvocato, era il fratello del noto scrittore Leopold von Sacher-Masoch [https://liberliber.it/autori/autori-s/leopold-von-sacher-masoch/]; la mamma era Elisabeth Cäcilia Katharina von Sacher-Masoch.
Fu ufficiale di carriera nell’esercito dell’impero austro-ungarico e fu quindi soggetto a numerosi trasferimenti. Si sposò nel 1900 con Rosa Elisabeth “Flora” Ziprisz, di famiglia ebrea ma battezzata cattolica, dalla quale ebbe due figli. La residenza della famiglia era a Karánsebes, oggi in territorio rumeno ma allora città ungherese; nel 1901, quando nacque il primo figlio Alexander Sacher-Masoch, Arthur era di stanza a Witkowitz/Vítkovice, nella Repubblica Ceca. Nel 1912 a Budapest (poiché proprio in quell’anno Sacher-Masoch era entrato a far parte dello Stato Maggiore Generale) nacque la figlia, la ballerina Eva von Sacher-Masoch, madre di Marianne Faithfull.
Per un breve periodo fu di stanza presso l’ambasciata austriaca ad Atene. Durante la guerra fu ferito a una gamba e i postumi di questa ferita gli causarono problemi per decenni. Nel 1919 si trasferì nella città natale, a Graz.
Dal 1928, stabilitosi a Berlino, intraprese invece un’attività di scrittore, spesso per conto di altri e talvolta con lo pseudonimo di Michael Zorn, usato specialmente lavorando per il cinema. Con questo nome firmò infatti le sceneggiature di La femmina del fiume (1939, regia di Géza von Bolváry) tratto dal suo romanzo Zwischen Strom und Steppe del 1936. Lo stesso regista Géza von Bolváry portò sullo schermo, sempre nel 1939, la novella Tiszavirág.
Il suo primo romanzo fu Sturm auf den Ring scritto nel 1928 ma pubblicato nel 1934. Nel 1933 si trasferì a Budapest e nel 1936 a Vienna. Altri suoi romanzi abbastanza noti furono: Kameraden herzlich und rauh, 1934; Magyaren, 1937; Flucht in den Frühling, 1938; Schicksal um den Immenhof, 1940; Lawinenstein, 1943; Eisen immerdar, 1946.
Morì il 12 febbraio 1953 a Vienna.
I suoi scritti furono lasciati dal figlio Alexander – a sua volta scrittore, dopo essersi laureato in chimica – alla biblioteca di Vienna, dove si trovano quindi numerosi dattiloscritti di racconti destinati alla pubblicazione su varie riviste. Il tema centrale di questi racconti è quasi sempre la vita nell’esercito. Aggiungeva al suo nome, nella firma, “tenente colonnello in pensione”. In una breve autobiografia del 1948 scrive di essere stato duramente perseguitato a Vienna durante il regine nazista in quanto era sposato con una donna ebrea; il figlio, per sfuggire alle persecuzioni era riparato in Jugoslavia, dove Artur Sacher Masoch si recò, con viaggio avventuroso e pericoloso nel marzo 1941 proprio per incontrare a Belgrado il figlio. In questo caso sulle date ci sono discrepanze poiché secondo altre fonti in quell’anno Alexander era confinato nell’isola di Korčula (Curzola, in Croazia) dove stette fino al 1943. Alexander Sacher Masoch fondò poi alla fine della guerra il PEN club austriaco, insieme a Franz Theodor Csokor, e ne fu il primo segretario generale. Un’altra parte del patrimonio librario di Artur Sacher-Masoch è conservato presso la biblioteca nazionale austriaca.
Fonti:
- Wienbibliothek im Rathaus: Splitternachlass Artur Wolfgang von Sacher-Masoch / Milica Sacher-Masoch
- Jens-Peter Cyprian: Alexander Sacher-Masoch. Leben und Werk. Olmütz / Olomouc: Univ. Diss. 2012.
Note biografiche a cura di Paolo Alberti
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- Il diritto della "puszta"
Novella
I romanzi di questo scrittore austro-ungarico non sono mai stati tradotti in italiano. Questo racconto è stato pubblicato nel 1938 sulla rivista “Le opere e i giorni”. La novella, ambientata nella puszta o steppa, narra della disputa tra due contendenti di una bella ragazza, disputa che dovrà essere risolta secondo il codice d’onore dei butteri.