Béla Szántó (1881-1951) fu un uomo politico ungherese, nato come Béla Schreiber da una famiglia ebrea a Homokkomárom nell’Ungheria sud occidentale. Diplomato nel 1900 dalla scuola superiore di Nagykanisza, lavorò a Kanizsa come contabile e nel 1901 si trasferì a Budapest come funzionario. Si iscrisse nel 1904 al Partito Socialista Democratico (MSZDP) e nel 1906 fondò e divenne presidente della Associazione dei Funzionari Privati Ungherese. Politicamente si impegnò sul fronte antimilitarista.
Nel 1911 sposò Mária (Krammer) Feldbránd, una insegnante.
In seguito aderì al Partito Comunista Ungherese (KMP) e fu un protagonista della storia ungherese negli anni 1918-19, e nuovamente dopo il 1945, rimanendo sempre ideologicamente nell’area comunista, fino alla morte.
Szántó partecipò al Consiglio Militare che nell’Ottobre 1918 prese il potere in Ungheria nella cosiddetta Rivoluzione dei Crisantemi, detta anche la rivoluzione democratica borghese, che concluse il dominio dell’Impero Asburgico in Ungheria. Arrestato insieme con i principali esponenti del Partito Comunista nel Febbraio 1919, fu liberato insieme con Béla Kun e fu tra i firmatari della dichiarazione che sancì l’unificazione del Partito Socialista e del Partito Comunista. Fu quindi uno dei principali politici nella Repubblica Sovietica Ungherese (marzo 1919-agosto 1919), dove ricoprì la carica di Ministro della Difesa e si dedicò all’organizzazione dell’Esercito Rosso. La storia della Repubblica Sovietica di Ungheria fu descritta da Szántó in un saggio, Le lotte di classe e la dittatura del proletariato in Ungheria, pubblicato nel 1920, che nella traduzione italiana di G.Sanna è disponibile su Liber Liber.
Con il crollo della Repubblica Sovietica, Szántó andò prima a Vienna, poi a Berlino e infine nell’Unione Sovietica, ritornando illegalmente a lavorare in Ungheria nel 1927. In URSS fu membro dell’Internazionale Comunista, poi a partire dagli anni ’30 iniziarono i dissapori tra lui e Kun; in particolare nel 1935 Szántó denunciò pubblicamente in un discorso al Club degli Emigrati Politici di Mosca gli errori commessi da Kun durante la rivoluzione sovietica di Ungheria del 1919; e cercò di raccogliere i suoi discorsi sulla storia di quel periodo in un volume, che però non fu mai pubblicato. Nell’epoca più drammatica delle purghe staliniane, Kun fu poi espulso dal Partito, arrestato e ucciso; ma anche Szántó e diversi suoi famigliari impegnati in politica furono arrestati, vittime del clima di sospetto che vedeva negli emigrati politici altrettante potenziali spie. Nel dicembre del 1937 fu espulso dal Partito Comunista, a causa della prefazione del suo pamphlet sulla rivoluzione sovietica del 1919 in Ungheria, firmata da Karl Radek, all’epoca accusato di trotskismo, e nel febbraio 1938 fu arrestato. Concluso il periodo più sanguinoso delle purghe, nel 1940 Béla Szántó fu infine riabilitato. Durante la Seconda Guerra Mondiale partecipò alle trasmissioni radio propagandistiche da Mosca in lingua Ungherese.
Nel 1945 Szántó ritornò in Ungheria dove divenne uno dei leader del movimento cooperativo. Fu nominato Ambasciatore a Varsavia dal 1948 al 1950, morì di infarto nel 1951.
L’intera famiglia Szántó condivise con Béla l’impegno politico e l’esilio in Russia fino al 1945, in particolare i suoi due fratelli Zoltán e Resző, le sorelle ed i cognati.
Il cognome Szántó, legalmente sostituito al cognome di famiglia nel 1900, significa “terreno seminativo” in ungherese, ed è stato portato da diverse figure di spicco in Ungheria, non necessariamente imparentate con Béla Szántó.
Fonti principali:
- Wikipedia (inglese e ungherese).
- W.J.Chase, Enemies within the gates? the Comintern and the Stalinist repression, 1934-1939. Yale University Press 2001.
Si ringrazia Paolo Alberti per aver fornito materiale bibliografico.
Note biografiche a cura di Gabriella Dodero
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- Le lotte di classe e la dittatura del proletariato in Ungheria
Questo saggio fu scritto da uno dei protagonisti proprio mentre si svolgevano gli avvenimenti descritti. Punto di partenza è la dissoluzione dell’Impero Austro-Ungarico, con la Rivoluzione dei Crisantemi del 30-31 ottobre 1918. Cause e conseguenze degli avvenimenti sono analizzate con la lente della critica marxista, ma senza che la testimonianza diretta perda di freschezza trincerandosi dietro l’ideologia.