Domenico ScinàDomenico Scinà nacque a Palermo il 31 gennaio 1764. Fu scienziato, matematico, storico e storico della scienza.

Fece i primi studi presso le scuole Pie e si avviò quindi alla carriera sacerdotale presso il Seminario ex-gesuitico di Palermo. Qui fu allievo di Rosario Gregorio.

Insegnò matematica nella Regia Accademia di Palermo, dapprima come supplente e con compensi irrisori, e poi come docente effettivo dal 1811.

Tra le sue opere: Introduzione alla fisica sperimentale (1803), Elementi di Fisica Generale (1803), Elementi di fisica particolare (1809-29), Elogio di Francesco Maurolico (1808), Memoria sulla vita e filosofia di Empedocle gergentino (1813 – Ristampa Bologna 1987) – questi due testi gli valsero la nomina a regio storiografo del Regno, carica nella quale succedette al suo insegnante Gregorio -; Discorso intorno ad Archimede (1823), Prospetto di storia letteraria della Sicilia del secolo decimottavo (1824-27; ristampa Palermo 1969 con introduzione di Virgilio Titone).

Questa fu la sua opera maggiore accolta allora in Italia e all’estero con grande interesse.

Fu commissario governativo in terre investite da terremoti, ricavandone descrizioni geomorfologiche: Rapporto del viaggio delle Madonie, Su i bagni termo-minerali di Termini Imerese.

Pubblicò i risultati delle sue ricerche in campo geologico, mineralogico e botanico in Topografia di Palermo e dei suoi contorni (1818). In seguito a questa pubblicazione fu coinvolto in una polemica con gli studiosi Giuseppe Piazzi, Nicola Cacciatore e Francesco Ferrara.

Scrisse anche un’opera di Paleontologia: Rapporto sulle ossa fossili di Mardolce (1830) susseguente a una ricerca sul campo condotta secondo i dettami di Cuvier.

Nello stesso anno Vincenzo Antinori recensì gli Elementi di fisica sulla rivista «Antologia» di Firenze e in seguito a questa recensione il libraio milanese Giovanni Silvestri ristampò quest’opera nella sua «Biblioteca scelta», contribuendo così ad aumentare l’attenzione degli studiosi per gli scritti di Scinà.

Partecipò alla rivoluzione di Palermo del 1820, ma il suo ruolo in questo evento non è mai stato particolarmente studiato, così come non si sa molto della sua attività di cancelliere all’Università di Palermo, di organizzatore della pubblica istruzione e della Biblioteca Comunale.

Morì il 13 luglio 1837, vittima di un’epidemia di colera.

Fonti:

  • P. Caronia: Domenico Scinà, Genova 1933.
  • P. Nastasi: D. Scinà e il dibattito scientifico. Appunti di una ricerca. Palermo 1987.
  • V. Mortillaro: Su la vita e su le opere dell’abate Domenico Scinà, Messina 1837.

Note biografiche a cura di Paolo Alberti.

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autore:
Domenico Scinà
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Scinà, Domenico
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