Dall’incipit del libro:
Le forze di che abbiamo ragionato sono quelle che esercitano un’azione istantanea, e generando una velocità finita, producono un moto uniforme: noi abbiamo ricavato le leggi, a norma delle quali operano, dal fenomeno il più frequente e volgare dell’urto de’ corpi. Spingendo ora più oltre le nostre ricerche, prenderemo ad esaminare un’altra maniera di forze: quelle cioè la cui azione è continua, che generano una velocità infinitamente piccola e producono un moto vario (T. I, num. 27). Ed è nostro intendimento di raccogliere le leggi secondo cui operano queste forze, che diconsi continue, dal fenomeno tanto comune e volgare della caduta dei corpi vicino alla superficie della terra, che trae sua origine dalla gravità (T. I, num. 33). Imperocchè sebbene da noi non si sappia se le azioni successive della gravità sien separate da intervalli di tempo la cui durata è insensibile; pure gli effetti che risultano dalla gravità, si convengono esattamente con quelli di una forza che opera senza interruzione, e tutti oggi son d’accordo a riguardarla come una forza costante. In questa guisa dai fenomeni della caduta de’ corpi ritrarremo il modo con cui esercita la sua azione la gravità, e da questa forza, ch’è esistente in natura, ci sarà conceduto di conoscere e stabilire le leggi secondo cui operano le forze costanti. E come l’azione della gravità chiaro si ravvisa e più d’ogni altro si manifesta nella caduta verticale dei corpi, o in quella lungo i piani inclinati, o pure nel movimento dei penduli; così di tutti e tre questi articoli imprenderemo a parlare.

