Edoardo ScarfoglioEdoardo Scarfoglio (Paganica, 26 settembre 1860 – Napoli, 6 ottobre 1917) è stato un poeta, giornalista e scrittore italiano.

Il padre, Michele, era un magistrato di origine calabrese e la madre, Marianna Volpe, era di origine abruzzese. Ebbe una difficile carriera scolastica a causa del suo temperamento ribelle e dopo aver ripetuto diverse classi nel liceo “Giambattista Vico” di Chieti, fu inviato a Roma presso lo zio Carlo, per studiare presso il Liceo classico Ennio Quirino Visconti.

Nel 1878, appena diciottenne, aveva pubblicato il primo articolo (“Gli atomi”) sulla rivista sarda “Vita di pensiero”, fondata e diretta da Antonio Scano. L’articolo espone il piano programmatico che poi Scarfoglio seguirà per tutta la sua vita.

A Roma riuscì a completare gli studi secondari, proseguendo nel contempo l’attività giornalistica (articoli ancora su “Vita di pensiero”, su “Rivista Minima” e sul giornale “Fanfulla della domenica”, diretto da Ferdinando Martini) e letteraria (raccolta di poesie “Papaveri”, pubblicata nel 1880 dall’editore Carabba di Lanciano su “Palestra dei giovani”). In quest’unica raccolta poetica è evidente la volontà di agganciarsi ai movimenti contemporanei e l’imitazione dei “classici” quali Petrarca, Foscolo, Leopardi e Carducci.

Si iscrisse insieme all’amico Giulio Salvadori all’Università, seguendo i corsi di filologia romanza di Ernesto Monaci e frequentando la Biblioteca Vaticana.

Fece parte della redazione del Capitan Fracassa, fondato nel 1880 da Gandolin, dove scrisse con lo pseudonimo di “Papavero”. Presso il giornale incontrò nuovamente il poco più giovane Gabriele D’Annunzio, che aveva conosciuto giovanissimo a Francavilla. Il giornale era anche un cenacolo del nuovo giornalismo e della nuova letteratura italiana e un salotto letterario da cui passavano i più importanti personaggi. Importante figura nella vita di Scarfoglio fu anche la moglie, Matilde Serao con la quale ebbe un rapporto burrascoso e con la quale fondò Il Mattino.

Nel 1881 Scarfoglio passò al circolo di Angelo Sommaruga e collaborò alla rivista Cronaca bizantina da questi appena fondata, insieme all’amico Giulio Salvadori e a Cesare Testa. L’astro principale era il Carducci, ma vi scrissero altre firme del momento (tra le quali la moglie Matilde Serao, Giustino Ferri, Alfonso Ridola, Ugo Fleres, Luigi Lodi, Gabriele D’Annunzio, Cesare Pascarella). Scarfoglio collaborò con Sommaruga anche alla rivista “Domenica letteraria”, pubblicando un idillio, poesie, bozzetti storici, articoli di critica letteraria.

Pubblicò nel 1883 un volume di racconti (“Processo di Frine”) e nel 1884-1885 una raccolta di scritti critici (“Il libro di Don Chisciotte”), a lungo annunciato sulle pagine di “Cronache Bizantine”. Il volume aveva intenti soprattutto polemici contro la letteratura contemporanea (in particolare francese, criticando Victor Hugo, Balzac). La letteratura contemporanea veniva criticata in favore del classicismo, che avrebbe tuttavia dovuto per la narrativa esprimersi in una nuova lingua più moderna. Il volume di racconti del “Processo di Frine”, fu pensato come esperimento narrativo che avrebbe dovuto portarlo in seguito ad un’opera più matura.

Nel 1884 i rapporti con Sommaruga furono interrotti polemicamente e in modo brusco e in conseguenza questi in breve fallì e dovette ripiegare all’estero.

Il 28 febbraio del 1885 sposò Matilde Serao. Le partecipazioni consistettero in un biglietto scritto a mano: «Avvisiamo gli amici che ci siamo sposati oggi», con le due firme e la data. Con la moglie fondò e condusse prima un giornale a Roma (“il Corriere di Roma”) e poi, a Napoli il “Corriere di Napoli” e quindi “Il Mattino”. Dal matrimonio nacquero quattro figli (Antonio, Carlo, Paolo e Michele). Scarfoglio ebbe però avventure extraconiugali, tra cui una relazione durata per circa un anno con Gabrielle Bessard: una cantante francese, che, quando egli decise di interromperla nel 1894, si uccise davanti alla sua porta, lasciandogli la bambina nata dal loro rapporto. La bimba, Paolina, venne quindi allevata in famiglia. Il matrimonio e la collaborazione con la Serao si interruppero nel 1904.

Viaggiò molto per lavoro e passione (D’Annunzio lo chiamerà “Ulisse” e ricorderà nel poema “Laus vitae” il viaggio in Grecia che fecero insieme nel 1895). Scarfoglio lasciò anche due libri di viaggi (“Le nostre cose in Africa”, del 1895 e “Il cristiano errante” del 1897). Nel 1936 il figlio Carlo pubblicò una raccolta degli scritti “africani” del padre (“Viaggio in Abissinia. Nascita del colonialismo italiano”). Amava le imbarcazioni e nel corso della sua vita ne possedette otto, vivendovi spesso anche quando non era in viaggio.

Fonti

Note biografiche a cura di Pier Filippo Flores

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autore:
Edoardo Scarfoglio
ordinamento:
Scarfoglio, Edoardo
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