Dall’incipit del libro:
L’atto di accusa narra seccamente, se bene non senza certo pomposo sfoggio di stile aulico, come la mattina del 23 maggio 1879 Mariantonia Desiderj di anni ventisei, moglie di Giatteo Baciccia, detto lu Sfrusciate, di anni trentadue, contadino, nato e domiciliato in Guardiagrele, entrasse nella farmacia del paese e vedendola frequente di avventori, posasse in un cantuccio un cestellino coperto di pampani freschi che aveva recato seco, e sedesse aspettando che la bottega si spopolasse.
Lo speziale, vedendola più fresca del solito e simile a una pianta fruttifera madida ancora di rugiada, ebbe nell’animo un ricorso di spirito cavalleresco, e ripiegando un pezzo di carta intorno al collo d’una bottiglia, affacciò il capo tra due cafoni che stavano con le mani pronte a ricevere le medicine e coi soldi nelle mani, e fece un cenno interrogativo. Mariantonia gli rispose con un altro cenno, significante che voleva aspettare; e poiché lo speziale sorrise interpretando a modo suo quel desiderio, Mariantonia, che non intese l’interpretazione, rispose anche al sorriso; poi si nettò il naso con un lembo del grembiale, e stette pazientemente contemplandosi le dita inanellate, con la giogaia della gola increspata sotto il mento abbassato.


