Il testo qui digitalizzato non corrisponde ad un’edizione integrale. Infatti, se la prima parte presenta alcune variazioni, modeste ancorché piuttosto arbitrarie, rispetto alle edizioni integrali, la seconda parte, che è normalmente divisa in XXI capitoli, viene qui proposta in 13 capitoli con numerosi, sostanziali ed estesi tagli e condensazioni.
Dall’incipit del libro:
Il Gange, questo famoso fiume celebrato dagli indiani antichi e moderni, le cui acque son reputate sacre da quei popoli, dopo d’aver solcato le nevose montagne dell’Himalaya e le ricche provincie del Sirinagar, di Delhi, di Odhe, di Bahare, di Bengala, a duecentoventi miglia dal mare dividesi in due bracci, formando un delta gigantesco, intricato, meraviglioso e forse unico.
La imponente massa delle acque si divide e suddivide in una moltitudine di fiumicelli, di canali e di canaletti che frastagliano in tutte le guise possibili l’immensa estensione di terre strette fra l’Hugly, il vero Gange, ed il golfo del Bengala. Di qui una infinità d’isole, d’isolotti, di banchi, i quali, verso il mare, ricevono il nome di Sunderbunds.
Nulla di più desolante, di più strano e di più spaventevole che la vista di queste Sunderbunds.

