Abbiamo qui l’ennesimo romanzo di avventure di Emilio Salgari. Questa volta i protagonisti sono quattro olandesi, il capitano di una nave con i suoi due nipoti, ed il vecchio e fido marinaio, a cui si aggiunge – ma non conterà molto nell’economia del racconto – un pescatore cinese della ciurma che si è salvato dalla prima avventura.

Risolviamo subito la prima curiosità, che è nel titolo. Il trepang non è una città, come si potrebbe immaginare prima di leggere il romanzo, ma delle oloturie (od olutarie come li chiama Salgari), una classe di Echinodermi a cui appartengono i cetrioli di mare, che sono preziosi perchè molto richiesti soprattutto dai cinesi. Nel preparare questa sinossi ho trovato una notizia sul web (“Gazzetta del mezzogiorno”, Edizione di Taranto”, 16 maggio 2023) a proposito di un sequestro in Puglia di una tonnellata di questi animali ad un cittadino cinese, in cui si parlava di un valore di 700 euro al chilo.

Il capitano Van Steel sbarca sulla costa settentrionale dell’Australia alla ricerca delle oloturie a metà del diciannovesimo secolo, e viene attaccato da una tribù di cannibali. Si salva a stento ma perde tutta la ciurma cinese, ad eccezione del pescatore di cui ho parlato prima.

I sopravvissuti fuggono e tentano di raggiungere un porto frequentato dagli occidentali, ma a loro insaputa, la nave era stata sabotata dal capo della tribù, che il capitano aveva fatto prigioniero, e durante la traversata, mentre infuria un uragano, la nave affonda.

Ridotti in una scialuppa, i cinque protagonisti riescono, dopo varie avventure, a raggiungere la Nuova Guinea, la cui foresta offre a Salgari l’occasione di sciorinare il consueto catalogo di conoscenze botaniche e zoologiche. Non tutte precise in verità visto che chiami anfibi le tartarughe.

Ma le avventure naturalmente non finiscono qui e Salgari lascia ancora correre la sua fantasia per offrire a lettrici e lettori un finale a sorpresa.

Sinossi a cura di Claudio Paganelli

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Dall’incipit del libro:

Ai primi d’aprile del 1850, una di quelle bizzarre navi che i chinesi chiamavano giunche o meglio ts’ao ch’wan, di forme rozze e pesanti, colla prua arrotondata e fornita di due grandi cubie1 che danno a quei velieri l’aspetto di mostri marini, essendo dipinti in modo che quelle aperture sembrano due occhi smisurati, colla poppa larga e molto rialzata e l’alta alberatura fornita di grandi vele, navigava lentamente e con molta precauzione, lungo le coste occidentali della terra di Carpentaria.
Trenta uomini coi crani rasati, ma forniti sulla nuca di una lunga treccia, la pelle del viso giallastra, cogli occhi obliqui, parte semi-nudi ed alcuni coperti da larghe casacche e da larghi calzoni di tela fiorata, stavano allineati lungo i bordi della nave, tenendo in mano i bracci delle manovre e le scotte, per essere pronti ad orientare le vele.

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titolo:
I pescatori di trepang
titolo per ordinamento:
pescatori di trepang (I)
descrizione breve:
Il romanzo, del 1896 ed ambientato sulle coste australiane, racconta le avvincentissime avventure di un gruppo di marinai olandesi che, nel tentativo di arricchirsi con il prezioso trepang, arrivano a contatto con le tribù cannibali.
autore:
opera di riferimento:
I pescatori di trepang / Emilio Salgari. - Milano : Tip. Edit. L. F. Cogliati, 1905. - 260 p. : ill. ; 24 cm
licenza:

data pubblicazione:
19 marzo 2024
opera elenco:
P
descrittore Dewey:
Narrativa italiana (sec. 20.)
soggetto BISAC:
FICTION PER RAGAZZI / Azione e Avventura / Generale
affidabilità:
affidabilità standard
digitalizzazione:
Distributed proofreaders, https://www.pgdp.net/
impaginazione:
Claudio Paganelli, paganelli@mclink.it
pubblicazione:
Claudio Paganelli, paganelli@mclink.it
Claudia Pantanetti, liberabibliotecapgt@gmail.com
Gabriella Dodero
revisione:
Claudio Paganelli, paganelli@mclink.it