Nono volume del cosiddetto ciclo indo-malese. Più precisamente, Il bramino dell’Assam fa parte del “secondo ciclo di Sandokan” la cui inaugurazione si fa tradizionalmente risalire al precedente libro La riconquista del Mompracem del 1908. Il romanzo, che presenta un finale aperto, forma una sola unità narrativa con i successivi La caduta di un impero e La rivincita di Yanez, romanzi serrafila dell’intero ciclo.
Come già nel romanzo che lo precede, anche in quest’opera Salgari sceglie di concentrarsi sulle avventure di Yanez de Gomera, senza che il suo fraterno amico Sandokan entri nell’azione: questa scelta letteraria, per molti versi coraggiosa e lungimirante, costituisce la sorpresa insita nel nuovo mini-ciclo di storie.
Sinossi tratta e riassunta da Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Il_bramino_dell’Assam
Dall’incipit del libro:
«Signor Yanez, se non m’inganno, vengono, ed avremo una carica formidabile, spaventosa».
«Ah, briccone!… Quando sarà che ti deciderai a chiamarmi Altezza? Quando ti avrò fatto tagliare la punta della lingua dal carnefice del mio impero ?»
«Voi non lo farete mai».
«Ne sono più che convinto, mio bravo Kammamuri: per te io sono sempre il signor Yanez o la Tigre Bianca, come Sandokan per te è sempre la Tigre della Malesia».
«Due grandi uomini, signore!…»
«Che il diavolo ti porti! Qualche cosa, è vero, abbiamo fatto in Malesia ed in India, tanto per non lasciar irrugginire le nostre splendide carabine inglesi».
«No, Altezza…»
«Olà, Kammamuri, ti proibisco di darmi questo titolo quando non siamo a corte; e mi pare, se non sono diventato cieco, che ci troviamo ora in mezzo ad una magnifica foresta, senza seccanti ministri , grandi marescialli di non si sa che cosa».
«È un ordine che avete istituito voi, signor Yanez».

