Felice SupinoFelice Buonanno Supino nacque a Pisa l’8 gennaio 1870, quarto figlio (di cinque) di Moisé e di Ottavia Levi, sposata da Moisé in seconde nozze. Dal primo matrimonio Moisé aveva avuto altri due figli (David, giurista e senatore, e Vittorio, direttore di banca e presidente della camera di commercio pisana dal 1905 fino alla morte – entrambi morirono prima dell’emanazione delle leggi razziali e schivarono così le persecuzioni fasciste).

Moisé Supino era patriarca ottocentesco discendente da antica famiglia ebraica laziale, da secoli trasferitasi a Pisa, dove Moisé, noto e stimato, esercitava commercio di tessuti in Borgo Stretto. Il suo negozio era frequentato dai maggiori artisti e studiosi dell’epoca, come è attestato da una lapide ancora oggi presente sul posto. Fu anche intenditore d’arte e antiquario e la sua importante raccolta di monete, medaglie, sigilli e tessere (dove trova posto anche un artistico busto marmoreo di Moisé) fu donata dalla vedova Ottavia Levi al Museo nazionale di San Matteo, dove è ancora oggi esposta.

La sua influenza nell’ambito della comunità israelita è attestata anche dall’appello che lanciò perché i cittadini toscani votassero, nel plebiscito dell’11-12 marzo 1860 per l’annessione al regno sabaudo allora impegnato nella sua politica di espansione.78 anni dopo quell’appello, il nipote del re che gli ebrei pisani avevano scelto come re d’Italia, avrebbe, proprio nella tenuta di San Rossore, escluso dall’Italia anche i suoi italianissimi figli, nipoti e pronipoti.

Il primo figlio delle seconde nozze, Igino Benvenuto, fu pittore e scrittore d’arte.

Felice Supino studiò scienze naturali a Padova, allievo del noto evoluzionista Giovanni Canestrini; si laureò comunque a Pisa in scienze naturali nel 1894. Iniziò un’esperienza all’Università di Roma dedicandosi proficuamente allo studio dell’acarologia, divenendone in breve esperto stimato a livello mondiale, e pubblicando diverse monografie che testimoniano il suo importante contributo alla tassonomia di questa branca della zoologia.

Nel 1907 venne chiamato a Milano come professore incaricato di zoologia generale e agraria superando la concorrenza dell’altra candidata Rina Monti, che aveva un curriculum forse di valore superiore, ma era donna. Inoltre la candidatura di Supino aveva la forza di venire appoggiata da celebrità come Giovan Battista Grassi e Camillo Golgi. Rina Monti sarà poi chiamata nel 1924 a dirigere il laboratorio universitario di anatomia comparata e nel 1925 il corso di perfezionamento in idrobiologia e acquicoltura, e questo contribuirà a riaprire le tensioni con Supino che saranno una delle cause della chiusura della stazione di biologia e idrobiologia.

Tale stazione era infatti stata aperta nel 1908, per iniziativa di Giovanni Celoria e Giuseppe Crivelli Serbelloni, utilizzando il palazzo dell’acquario che era stato sede dell’esposizione internazionale del 1906 di pesca e acquicultura, con inaugurazione il 29 marzo. Venne chiamato a dirigerla Felice Supino che mantenne l’incarico ininterrottamente per vent’anni fino alla chiusura della stazione stessa.

Oltre alle attività connesse ai servizi di igiene sanitaria, al controllo sulle frodi alimentari e al rispetto delle leggi sulla pesca, attività demandate quasi sempre al suo primo assistente Erminio Schieppati, (l’altra assistente Paola Manfredi lavorò poi negli stessi campi a Lodi e manifestò il suo legame con Supino con articoli e scritti in suo ricordo) Supino si impegnò soprattutto a sviluppare i rapporti tra agricoltura e piscicoltura. Coniò lui stesso il termine di “piscicoltura agricola” che si fondava sull’utilizzo delle risaie lombarde come stagni di allevamento per le carpe a scopo alimentare.

Tale iniziativa ebbe l’appoggio autorevole del premio Nobel Camillo Golgi. I vantaggi erano numerosi: le carpe si sarebbero cibate delle larve delle zanzare prevenendo la diffusione della malaria e avrebbero mantenuto un ambiente ecologicamente in equilibrio giovando alla stessa pianta del riso. Le resistenze dei risicoltori non mancarono e, solo dopo che Golgi stesso ebbe inaugurato con successo il proprio acquario incubatorio con annessi stagni, nel 1913, finalizzato a rifornire di carpe le risaie delle zone limitrofe, nel 1916 Supino riuscì anche a Milano ad allestire nei locali dell’acquario un intero locale destinato ad incubatore e con vasche nel giardino esterno. Il Comune di Milano forniva quindi gratuitamente ai risicultori le carpe che avrebbe poi comprato dagli stessi a prezzo di favore raggiungendo il duplice scopo di immettere sul mercato un alimento sano e a buon mercato e nel contempo di riuscire a incrementare il reddito dei risicoltori. Nacque così il consorzio lombardo pro carpicoltura. In quest’ambito progettuale Supino teneva anche lezioni accompagnate da dimostrazioni pratiche per gli studenti delle scuole di veterinaria e agricoltura.

Oltre alla cattedra di zoologia generale e anatomia comparata, a Supino venne anche affidata la cattedra di zoologia della sezione normale di Scienze naturali del Politecnico. Questo periodo si concretizzò in una grosse mole di scritti sull’argomento della piscicoltura anche a mezzo di pregevoli manuali Hoepli. Ma in realtà solo una piccola parte dei programmi iniziali della Stazione vennero raggiunti e le tensioni fra le varie parti in causa, in particolare con il direttore del museo di storia naturale Artini e con la Monti determinarono la chiusura della stessa.

Felice Supino mantenne gli incarichi di insegnamento fino al 9 dicembre 1938, poco dopo l’entrata in vigore delle leggi razziali. Trascorse gli anni della guerra nel circondario di Padova per sfuggire a ulteriori persecuzioni. Al termine della guerra non fu possibile la sua reintegrazione per limiti di età.

Morì a Padova l’8 settembre 1946.

Fonti:

  • Paola Manfredi: Felice Supino “In memoria”, Atti della società italiana di scienze naturali e del museo civico di Storia naturale in Milano. Volume LXXXVI-1947 pp. 101-108.
  • Paola Manfredi: Felice Supino nel centenario della nascita. Natura n. 62, 1971.
  • Elena Canadelli: Milano scientifica 1875-1924. Volume 1° La rete del grande politecnico. Milano 2008.
  • Hazman Veharaion: Editoriale in “Il tempo e l’idea”, anno XXI n. 13-14 Luglio Dicembre 2013. Pisa.

Note biografiche a cura di Paolo Alberti

Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)

  • Nuovi Ixodes della Birmania
    Con 12 tavole in cromolitografia
    Nel periodo nel quale Felice Supino si dedicò agli studi sistematici sugli acari si era conquistato una tale autorevolezza per le sue capacità tassonomiche e di classificazione che naturalisti di tutto il mondo inviavano a lui i campioni che prelevavano nei loro viaggi a scopo di studio.
 
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Felice Supino
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Supino, Felice
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