Flavia Steno (pseudonimo di Amelia Cottini Osta) nacque a Lugano il 26 giugno 1877 e si trasferì a Genova nel 1898, determinata a dedicarsi al giornalismo.
Collaborò per quasi l’intera sua carriera giornalistica con il quotidiano genovese “Secolo XIX”, assunta da Vassallo (Gandolin) che nel 1897 ne aveva assunto la direzione e che portò rapidamente a prevalere sul vecchio “Caffaro” grazie proprio alla vivace redazione della quale la Steno divenne rapidamente, assieme a Sabatino Lopez e Alessandro Varaldo, l’esponente di spicco.
La collaborazione forzatamente dovette essere sospesa nel periodo 1943-45 in quanto Flavia Steno venne colpita da grave condanna del tribunale fascista (15 anni di reclusione per aver giudicati pessimi i libri di testo per le elementari in un articoletto del 1943) e dovette rifugiarsi in zona partigiana sull’Appennino Ligure.
Si occupò di cronaca, moda, letteratura; redasse note politiche e trafiletti acutamente polemici, affrontando il suo lavoro sempre con grande coraggio e passione.
All’epoca della prima guerra mondiale compie un lungo viaggio in Germania che nel 1917 la conduce a scrivere il Reportage Germanesimo senza maschera. Al seguito della Croce Rossa trascorre parecchi mesi sul fronte di guerra da dove invia corrispondenze veritiere che firma, per maggiore credibilità, col nome di Mario Valeri.
Nel 1919 fonda il settimanale “la Chiosa” dedicato a un pubblico femminile e scritto da sole donne.
Fin dal 1898 si dedica con successo anche alla narrativa: i suoi due primi romanzi, Mignon Sartori e Senza macchia hanno un buon successo, confermato nel 1900 dal romanzo L’istitutrice inglese. Seguono oltre cinquanta opere nelle quali racconta amori fatti di inquietudini e ambiguità, spesso riferendosi al modello pirandelliano (persino nel titolo, nella raccolta di articoli Così mi pare, del 1913) e con una costante attenzione per ideali nobili, espressi con linguaggio realistico nel quale si ravvisa sia l’influenza dell’estetismo dannunziano che del decadentismo francese.
Il suo obiettivo, che è soprattutto raccontare storie e sentimenti che coinvolgano le sue lettrici, non le impedisce la creazione di personaggi inconsueti (in La veste d’amianto – 1912 – la protagonista è una delle prime aviatrici italiane) o a descrivere situazioni estreme (Le labbra condannate – 1930 – dove al termine di un amore contrastato l’eroina muore a causa della lebbra), ma anche affrontando con razionalità la condizione coniugale (Sua moglie – 1930).
Di lei disse Cavassa: “L’ultima grande giornalista italiana, allieva prediletta di Gandolin ed emula di Matilde Serao”. La maggior parte dei suoi numerosi romanzi vennero pubblicati in appendice dai quotidiani. Tra i più noti La servetta di Masone (in appendice su “Il lavoro” nel 1940) che in volume prese il titolo Sissignora. Divenne film già nel 1942 diretto da Ferdinando Poggioli e interpretato da Maria Denis, allora una delle più popolari attrici italiane. Di questo stesso romanzo negli anni ’70 Pasquale Senno ha curato una versione teatrale in dialetto genovese.
Nell’immediato dopoguerra riprende l’attività giornalistica per il “Corriere di Genova”, ma muore poco dopo, provata dalle vicissitudini patite negli anni del conflitto, il 19 dicembre 1946, dopo aver fatto in tempo comunque a condannare duramente le violenze delle truppe di liberazione e dei soldati marocchini nei campi di Esperia.
A Genova vi è una strada a lei intitolata nella zona di Quarto dei Mille.
Opere più note:
- Mignon Sartori, Torino, 1900.
- Contro il fato, Firenze, 1901.
- La nuova Eva, Milano-Palermo, 1904.
- Il Pallone fantasma, Milano, 1911.
- L’ultimo sogno, Milano, 1911.
- Così la vita, Milano, 1912.
- Fra cielo e mare, Milano 1912.
- La veste d’amianto, Milano 1912.
- Così mi pare, Genova, 1913.
- Il gioiello sinistro, Milano 1914.
- Il sogno che uccide, Milano 1914.
- Il Miraggio, Milano 1915.
- Oltre l’odio, Milano 1916.
- Gli orfani dei vivi, Milano 1926.
- Il silenzio ardente, Milano 1927.
- La Duchessa di Migliano, Bologna 1928.
- Il Passato che sorge, Bologna, 1929.
- La notte di San Lorenzo, Bologna 1930.
- L’istitutrice, Bologna 1931.
- Mignon, Bologna, 1931.
- Senza macchia, Bologna 1931.
- La lettera viola, Bologna 1931.
- Fiamme nella steppa, Milano 1932.
- I cinque suggelli neri, Bologna 1934.
- L’abisso dell’amore, Bologna 1935.
- Avventure di mezzanotte, Firenze, 1935.
- Assenzio, Milano, 1937.
- Tra le fiamme, Firenze 1938.
- Come finì il sogno, Milano 1938.
- Ali nella fiamma, Milano 1939.
- Nina vuole vivere, Milano 1939.
- Il figlio di Nina, Milano 1939.
- Sissignora, Milano 1940.
- La mamma bella, Milano 1943.
- La giovinezza di Fausta, Milano 1944.
- Basta con l’amore, Milano 1944.
- La tua vita, Milano, 1945.
- Mala fortuna, Bologna 1946.
- Appassionatamente, Milano 1946.
Fonti:
- F. Pastorino, M. Venturini: Dizionario degli scrittori liguri 1861-2007. Genova, 2007
- W. Piastra (a cura di), Dizionario biografico dei liguri, dalle origini al 1990, volume III. Genova 1998.
Note biografiche a cura di Paolo Alberti
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- Così mi pare
Chiose, cosette e cose
In Così mi pare sono raccolti brevi articoli comparsi nel primo decennio del ’900 sui giornali dei quali Flavia Steno era collaboratrice e in particolare sul “Secolo XIX”, quotidiano genovese, della cui redazione faceva parte. - Così, la vita!
Romanzo
Ambientato tra la Genova storica di inizio ’900 e la contea dell’Essex, il libro narra la vicenda di una giovane nobile decaduta, Elena, costretta a fare l’istitutrice, sedotta dal fratello della sua allieva. Il racconto si apre con Elena che vaga in miseria per Genova e viene notata e soccorsa da un giovane impiegato che per lei si toglierà la vita poco più tardi. - Il germanesimo senza maschera
È una raccolta di articoli che comparvero sulle colonne del quotidiano genovese il Secolo XIX durante le prime fasi della prima guerra mondiale e che furono raccolti in volume nel 1917. Flavia Steno li firmò con lo pseudonimo Ariel. Ovviamente risentono del clima di propaganda bellica, ma non mancano osservazioni sulla volontà espansionistica della Germania che sono documentate e interessanti, in relazione anche alla politica prussiana di inculcare il pangermanismo ai ragazzi fin dalle scuole con impostazioni dei libri di testo che appaiono davvero discutibili. - Il pallone fantasma
Romanzo
Un misterioso pallone, con macchie che lo fanno assomigliare ad un teschio, emerge dalle acque del mare di Peschici, per poi scomparire misteriosamente come è apparso. Ogni volta che questo avviene, si verifica qualche sciagura, e la popolazione ne deduce che sia opera del diabolico oggetto. - La veste d’amianto
Romanzo
Sull’onda dell’interesse e della partecipazione di coloro che, all’inizio del ’900 assistevano ai primi voli aerei – descritti talvolta dagli storici dell’aviazione come fenomeni di esaltazione mistica – nasce l’ispirazione di questo romanzo. Infatti sono dettagliate le descrizioni della disposizione d’animo di coloro che affollavano i campi di volo per assistere alle evoluzioni dei piloti.