Heinrich Schütz, noto anche con il nome latinizzato Henricus Sagittarius (Bad Köstritz , all’epoca Köstritz, 8 ottobre 1585 – Dresda, 6 novembre 1672), è stato un compositore e organista tedesco. Viene considerato il più importante compositore tedesco prima di Johann Sebastian Bach, nonché il più rappresentativo del XVII secolo assieme a Claudio Monteverdi. Scrisse la prima opera tedesca, Dafne, rappresentata per la prima volta a Torgau nel 1627; purtroppo la musica dell’opera non ci è pervenuta.
Il talento musicale di Schütz fu scoperto da Moritz von Hessen-Kassel nel 1599. Dopo essere stato un ragazzo del coro egli iniziò a studiare legge a Marburg prima di spostarsi a Venezia, dal 1609 al 1613 per studiare musica con Giovanni Gabrieli. Fu poi per poco tempo organista a Kassel prima di andare a Dresda, nel 1615, nella veste di compositore di corte di Giovanni Giorgio I di Sassonia.
Egli detenne il suo posto fino alla morte (fondando quella che oggi è la Sächsische Staatskapelle Dresden), ma viaggiò molto fuori dalla sua città di residenza; nel 1628 si recò nuovamente a Venezia, molto probabilmente per incontrare Claudio Monteverdi; è anche possibile che abbia studiato con lui, e nel 1633, dopo che la Guerra dei trent’anni aveva scompaginato la vita di corte, egli si trasferì a Copenaghen. Nel 1641 ritornò definitivamente a Dresda ed ivi rimase per il resto della sua vita. Morì a seguito di un ictus nel 1672 all’età di 87 anni.
Le composizioni di Schütz mostrano l’influenza del suo maestro Giovanni Gabrieli (dimostrato dall’uso fatto da Schütz della musica policorale della Scuola veneziana e di Monteverdi). Ma anche lo stile della Scuola franco fiamminga è molto facilmente riscontrabile nella sua produzione. I suoi lavori più rappresentativi sono quelli di musica sacra che vanno dai pezzi per voce solista accompagnata da uno strumento, alla musica corale a cappella.
Fra i suoi lavori più rappresentativi si possono citare i tre libri di Symphoniae sacrae, il Psalms of David, il Sieben Worte Jesu Christi am Kreuz (Le ultime sette parole di Cristo sulla croce) e le sue tre Passioni. La musica di Schütz, subisce una svolta e si trasforma in uno stile semplice ed austero culminando poi nelle tre Passioni. Delle considerazioni pratiche influirono sul cambiamento: la guerra dei trent’anni aveva devastato le infrastrutture musicali della Germania e non era più possibile eseguire le splendide ma monumentali opere nello stile della Scuola veneziana che avevano contraddistinto la produzione giovanile di Schütz.
Schütz fu uno degli ultimi compositori ad usare la scala modale. Nella sua musica fa un uso estensivo dell’imitazione ed una caratteristica peculiare delle sue opere sono le dissonanze generate da due o più voci che si muovono fra dissonanze contrapposte alla linea armonica. Soprattutto, la sua musica dimostra un’eccezionale sensibilità e accostamento al significato dei testi.
Nonostante non ci sia pervenuta alcuna sua opera di musica profana, a parte poche arie di canzoni, ma nessuna musica strumentale, egli viene considerato il più grande organista tedesco.
Note biografiche tratte da Wikipedia
http://it.wikipedia.org/wiki/Heinrich_Schütz
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- Der 2. Psalm (SWV 23)
Warum toben die Heiden
Psalmen Davids (Salmi di Davide) è una raccolta di 26 opere di musica sacra, basata su traduzioni tedesche per lo più dal libro dei Salmi, per cori e strumenti, composta da Heinrich Schütz nel 1619. - Deutsches Magnificat, SWV 494
Meine Seele erhebt den Herren
Una elaborata ambientazione in undici movimenti del Salmo 119 in combinazione con una precedente ambientazione del Salmo 100 e del Magnificat, era destinata ad essere la sua opera finale ed è quindi chiamata anche Schwanengesang (Canto del cigno). - Historia des Leidens und Sterbens unsers Herrn und Heilandes Jesu Christi nach dem Evangelisten St. Matthäus. SWV 479
- Historie von der Geburt Jesu Christi. SWV 435
- Musikalische Exequien
- Saul, Saul, was verfolgst du Mich? (SWV 415)
da Symphoniae sacrae III, SWV 398–418. Opus 12
Ancora oggi le Symphoniae sacrae III continuano a rimanere un'eredità la cui musica, con la sua abbondanza di idee musicali, lo splendore tonale, l'intricatezza e la sensualità, ha il potere di travolgere, suscitare emozioni, far riflettere, stupire e confortare.