Henry de Vere Stacpoole, chiamato Harry da parenti e amici, nacque a Kingstown – l’odierna Dún Laoghaire – in Taney, vicino a Dublino, il 9 aprile 1863; era l’ultimo figlio del Reverendo William Church Stacpoole (dc1870), teologo e preside della Kingstown School, e di Charlotte Augusta Mountjoy. Aveva tre sorelle maggiori: la più grande era Florence Stacpoole (morta nel 1942), che scrisse libri e opuscoli sulla salute e la medicina. Henry attribuì il suo amore per la natura che caratterizzò tutta sua esistenza all’influenza di sua madre, che era di origine irlandese ma aveva trascorso l’infanzia fino ai dodici anni nelle regioni più selvagge e boscose del Canada, finché rimasta vedova decise di tornare in Irlanda. Il Reverendo William morì prematuramente nel 1870 e la madre crebbe da sola i suoi quattro figli.
A causa di problemi respiratori del piccolo Henry – diagnosticati erroneamente come bronchite cronica – la famiglia si trasferì per un lungo soggiorno, nell’inverno del 1871, nel sud della Francia, a Nizza presso l’Hotel des Iles Britannique.
Henry fu educato al collegio di Portarlington in Irlanda a 100 miglia da Kingstown. Non fu un’esperienza felice; nell’autobiografico Men and Mice Henry Stacpoole parla del fatto che i suoi compagni rumorosi e rozzi abusarono di lui fisicamente e mentalmente facendolo sentire “a little Arthur in a cage of baboons”. Una notte fuggì, attraverso un’adiacente scuola femminile, ma la sorella maggiore lo trascinò nuovamente al collegio.
Trasferita la famiglia a Londra si iscrisse al Malvern College nel Worcestershire, scuola progressista con classe studentesca di livello finalmente adeguato alle sue aspettative. Studiò medicina negli ospedali di St George – che abbandonò su sollecitazione della madre che aveva scoperto una sua relazione con una giovane infermiera – e St Mary a Londra, e divenne medico nel 1891 pur essendo attratto molto più dalla letteratura che dalle lezioni di anatomia. Esercitò solo sporadicamente, prima come medico a bordo di una nave stendicavi.
Da giovane strinse amicizia con Pearl Craigie (conosciuto come scrittore con il nome di John Oliver Hobbes) e questo facilitò la sua prima pubblicazione, una poesia su Belgravia. Nel 1890 conobbe Aubrey Beardsley, Alfred Noyes e altri scrittori e artisti della gruppo Yellow Book. Questo ambiente influenzò il suo primo romanzo, The Intended (1894), tragico romanzo su due sosia, uno ricco e l’altro povero, che si scambiano di posto per divertimento; ma ebbe scarsissimo successo. Il suo secondo, Pierrot! a Story (1896), è ambientato durante la guerra franco-prussiana e tratta di una ambigua relazione di un ragazzo francese con un suo sosia che funge da doppio psichico, che prende poi le sembianze di un ufficiale prussiano; il tutto attraverso una storia di “maledizioni familiari” per cui appare che il giovane francese possa essere parricida. Pearl Craigie, alias John Oliver Hobbes, consigliò un approcciò più leggero all’argomento. Anni dopo, Stacpoole raccontò questa storia in The Man Who Lost Himself (1918); un americano squattrinato che impersona il suo ricco sosia in Inghilterra; e questa volta fu un successo commerciale. Fu seguito da Death, the Knight, and the Lady (1887), un potente mix di reincarnazione, travestimento e uxoricidio. L’originalità dei temi e dello svolgimento era fuori dubbio ma il pubblico non era certo preparato. Questi romanzi, e The Rapin (1899), fallirono tutti commercialmente.
Stacpoole in queste sue prime opere cerca di mettere a punto una visione dell’esistenza per la quale il corpo è un “guscio” – “crisalide” dice spesso in questi testi – in attesa di un potenziale “incantatore” che gli permetta di “dividersi”, in maniera che questa esistenza possa essere condivisa da più corpi.
Nell’estate del 1898 Stacpoole esercitò la professione di medico di campagna nel Somerset e scrisse The Doctor (1899), un romanzo sulla vita di un villaggio inglese incentrata su un vecchio medico e una nipote francese che viene a sconvolgere la sua routine. Stacpoole considerava questo lavoro la sua opera migliore, ma anche questa volta il successo di pubblico e critica fu molto modesto.
All’inizio del 1900 Stacpoole era divenuto stabilmente uno scrittore professionista; in un’intervista asserì che scriveva 2000 parole al giorno e che le sue principali fonti di ispirazione erano Edgar Allan Poe, Victor Hugo, Eugène Sue e Robert Louis Stevenson.
Gli sarebbe stata risparmiata la “burrasca del successo” per altri sette anni, durante i quali pubblicò sette libri, tra cui una raccolta di storie per bambini e due romanzi in collaborazione con il suo amico William Alexander Bryce. Nel 1904 fece ricorso all’assistenza del Royal Literary Fund per il fatto che la sciatica e la depressione nervosa gli impedivano di scrivere.
Il successo di pubblico giunse, tuttavia, nel 1905 con un romanzo comico-romantico, Fanny Lambert, e nel 1907 con un’avventura per mare, Crimson Azaleas; in quest’ultimo due rudi marinai adottano un’orfana giapponese. Scrisse anche articoli e novelle per periodici, in particolare per il «Daily Express».
Esercitando ancora la professione di medico – come risulta dal certificato matrimoniale – il 17 dicembre 1907 sposò Margaret Ann (1870-1934), anche lei scrittrice, e figlia di William Robson di Tynemouth, nella chiesa di St Stephen, Paddington, Londra. A quel tempo risiedeva a Eden Vue, Langtivathby, Cumberland, e qui esercitava la professione medica. Dopo le nozze la coppia si trasferì a Stebbing, nell’Essex, dove Stacpoole conobbe H.G. Wells ed esercitò la professione di giudice di pace.
Il più grande successo commerciale di Stacpoole arrivò nel 1908 con The Blue Lagoon, che fu ristampato almeno ventiquattro volte in tredici anni, e dal quale vennero tratti films nel 1923, 1949 e 1980. The Blue Lagoon è la storia di due cugini, Dicky ed Emmeline Lestrange, bloccati su un’isola remota con una bellissima laguna. Da bambini, sono accuditi da Paddy Button, un corpulento marinaio che beve fino a morirne dopo soli due anni e mezzo. Spaventati e confusi dalla macabra visione del cadavere del marinaio, i bambini fuggono in un’altra parte di Palm Tree Island. Trascorrono cinque anni e alla fine si innamorano. Il sesso e la nascita sono misteriosi per loro come la morte, ma riescono a copulare istintivamente e concepire un bambino. Il racconto della nascita del figlioletto è interessante: la quindicenne Emmeline, sola nella giungla, perde conoscenza e si sveglia trovando un maschietto per terra vicino a lei. Chiamando il bambino Hannah (un esempio della propensione di Stacpoole per le inversioni di genere), i Lestrange vivono nella beatitudine familiare fino a quando non vengono espulsi inaspettatamente dal loro Eden tropicale.
Il libro appartiene a un genere di fantasia psicologica e sentimentale imperniata sull’infanzia, genere che era divenuto popolare nella letteratura edoardiana grazie al successo di Peter Pan di J. M. Barrie (1904) e L’oiseau bleu di Maurice Maeterlinck (1908). Ma anche i riferimenti ad Alice di Carroll e alla Genesi biblica sono evidenti. A sua volta The Blue Lagoon ha probabilmente stimolato la moda del romanzo isolano nella narrativa popolare, come ha dichiarato lo stesso autore in una denuncia per violazione del diritto d’autore: “La vecchia Blue Lagoon ha prodotto più bastardi di qualsiasi libro che io conosca”. Sebbene Stacpoole affermasse, in un’intervista del 1921, “Non mi interessano i sequel”, ne scrisse ben due: The Garden of God (1923) e The Gates of Morning (1925). La versione teatrale, scritta da Norman MacOwan e Charlton Mann, andò in scena al Prince of Wales Theatre nell’agosto 1920 e ebbe repliche per otto mesi; il ritardo di 12 anni rispetto all’uscita del romanzo fu causato da una controversia sui diritti con l’editore originale, T. F. Unwin. Nel 1933 i tre romanzi furono raccolti in The Blue Lagoon Omnibus.
La popolarità di Stacpoole dopo The Blue Logoon crebbe enormemente. Nella sua lunga carriera scrisse oltre sessanta libri, prevalentemente di narrativa. I suoi libri sono stati regolarmente pubblicati in America, hanno avuto molte traduzioni nelle principali lingue europee e furono ristampati senza interruzioni per quattro o cinque decenni. Le ambientazioni variavano ampiamente (tra le altre, l’antica Atene, l’Islanda, le isole greche e la Francia), una varietà che riflette una vita di viaggi iniziata nell’infanzia.
Pubblicò alcune opere sotto lo pseudonimo di Tyler de Saix, tra cui The Vulture’s Prey (1909). Una commovente rappresentazione delle atrocità belghe nel Congo, The Pools of Silence (1910), fu il risultato di un viaggio in Africa; dopo la lettura di quest’opera Sir Arthur Conan Doyle fu indotto a organizzare un convegno per discutere di queste atrocità e renderle il più possibile pubbliche.
Durante la prima guerra mondiale Stacpoole e sua moglie lasciarono Stebbing e si trasferirono ad Astle House, Castle Hedingham, Essex. Poco prima del 1920 si trasferirono a Londra; suo vicino di casa era lo studioso Arthur S. Way, che lo indusse a intraprendere la traduzione delle poesie di Saffo. Si trasferì a Cliff Dene, Bonchurch, Isola di Wight, nel novembre 1922; la descrizione di questi luoghi è in The Story of my Village (1947). La medesima ambientazione abbiamo anche in Goblin Market (1925), un delicato romanzo sociale e psicologico con protagonista un uomo di mezza età. Nel 1922 Stacpoole pubblicò alcuni volumi di versi, comprese le sue traduzioni di Saffo e François Villon (del quale scrisse anche una popolare biografia). Dopo la morte di Margaret nel 1934, regalò al villaggio di Bonchurch uno stagno e un “santuario” degli uccelli in sua memoria.
Il suo amore per la natura lo portò a fondare il Penguin Club, dedicato a salvare gli uccelli marini dalla “minaccia del petrolio”, una causa che lo aveva impegnato fino dal 1920. Il 21 marzo 1938 sposò la sorella di Margaret, Florence Robson. Non ebbe figli da nessuno dei due matrimoni. Stacpoole continuò a scrivere negli anni ’40, basandosi su storie romantiche di caccia al tesoro, con la notevole eccezione di due affascinanti memorie sentimentali, Men and Mice (1942) and More Men and Mice (1945). Insieme a Conan Doyle era propenso a credere nell’esistenza delle fate in seguito ai fatti di Cottingley negli anni ’20 dove le fate furono fotografate dalle bimbe Elsie e Frances. Stacpoole era di costituzione robusta, alto e con un carattere allegro e tipicamente rappresentante della genialità irlandese.
Morì in ospedale a Shanklin, Isola di Wight, il 12 aprile 1951 per trombosi cerebrale, a seguito di un intervento chirurgico.
Fonti:
- R.F. Hardin: Stacpoole, Henry de Vere, in Oxford Dictionary of National Biography – volume 52 Spruce-Strakosch (2004, Oxford University Press).
- L. McQuilland, H. de Vere Stacpoole, Bookman 1921.
- R. Hardin, The man who wrote The blue lagoon, English Literature in Transition, 1880-1920. s.l. 1996.
- G. M. Johnson, [ed.], Late-Victorian and Edwardian British novelists: first series, s.l. 1995.
- E.A. Malone, Introduction in The Blue Lagoon. Huntsville, Al. 2002.
Note biografiche a cura di Paolo Alberti
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- Caccia all’uomo
Romanzo
Il romanzo presenta insieme le caratteristiche del romanzo giallo e di quello d'avventura, e di quest'ultimo soprattutto i frequenti cambiamenti di scena: si passa rapidamente dalle metropoli a paesaggi impervi e disabitati; il mare, molto amato da Stacpoole, è onnipresente. - La paura che uccide
Romanzo
Questo romanzo giallo degli inizi del '900 basa tutta la trama sulla possibilità di risolvere il caso con un esame di optografia forense, cioè con un processo di recupero dell'ultima immagine registrata dall'occhio prima della morte. - L'uomo che smarrì se stesso
In questo romanzo viene affrontato il tema del sosia, del doppio, molto molto spesso svolto nella letteratura, ma se alcune pagine risultano ormai inadeguate, tuttavia la trama ricca di colpi di scena e l’ambientazione hanno momenti di vera genialità.