Stanley – il vero nome era John Rowlands – nacque nel 1841 nella cittadina di Denbigh nel nord del Galles. È universalmente noto per aver salutato il medico ed esploratore David Livingstone (1813-1873) dopo averlo rintracciato nel cuore del continente africano, con la famosa frase “Doctor Livingstone, I presume”. Così riporta egli stesso nel suo libro How I found Livingstone (1872).
Stanley non conobbe suo padre (ma forse fu tale John Rowlands): sul registro delle nascite risultava ‘figlio naturale’. Questa nascita illegittima fu, per il giovane e poi l’uomo, causa di sofferenza per tutta la vita. La madre, Elizabeth ‘Betsy’ Parry, diciottenne quando nacque John, era una umile cameriera, che ebbe altri quattro figli fuori da ogni matrimonio, e non confessò mai chi ne fossero i padri. John fu prima affidato al nonno materno, Moses Parry, macellaio, e, alla morte di questi, quando il piccolo aveva 5 anni, passò alle cure di una famiglia pagata per questo. Poco dopo però, non ricevendo i soldi per il suo mantenimento, la famiglia lo consegnò ad una sorta di collegio a Saint Asaph. Il luogo era senza regole e vi si commettevano i peggiori abusi su grandi e piccoli. Ed anche questo segnò indelebilmente la vita del ragazzo.
Tuttavia egli poté avere una minima educazione scolastica. Era un giovane studioso e molto appassionato di geografia. Per i suoi meriti ricevette in dono una Bibbia con dedica del vescovo. Solo una volta incontrò la madre, quando essa si recò a Saint Asaph per lasciare altri due suoi figli.
Il ragazzo visse a Saint Asaph fino a 15 anni. Si trovò lavoretti saltuari e a 17 anni partì per l’America a bordo del Windermere, pagandosi il viaggio con il lavoro e giungendo a New Orleans nel 1859. Quasi subito fu assunto dal ricco commerciante di cotone Henry Hope Stanley, che lo crebbe con affetto e lo adottò. Il giovane John, alla morte di Stanley nel 1861, prese il suo nome come segno di affetto e di gratitudine. Così almeno scrisse Rowlands/Stanley nei suoi diari. La realtà, secondo i documenti ufficiali dello stato, era piuttosto diversa: H. H. Stanley non aveva mai ospitato in casa John Rowlands; aveva adottato solo due bambine; i rapporti con John terminarono per forti dissapori; morì nel 1878.
Comunque nel 1861 il giovane portava il nome di Henry Stanley, al quale più tardi aggiunse il middle name Morton. Scoppiata la guerra civile americana, Stanley si unì all’esercito confederato, quello degli stati del Sud, ma nel 1862 cadde prigioniero e fu condotto a Chicago. Qui a chi sceglieva di combattere a fianco dell’Unione, cioè gli stati del Nord, veniva concessa la libertà. Stanley scelse di combattere sotto l’altra bandiera, ma dopo poco fu riformato per motivi di salute. Terminata la malattia e dopo un periodo nella marina mercantile, si arruolò nella marina militare dell’Unione; divenne archivista nella USS Minnesota e presto cominciò a scrivere articoli come giornalista free lance. Nel 1865 lasciò la marina e si avventurò ancora una volta nel mondo.
All’età di 25 anni seguì come reporter una spedizione contro gli indiani Comanche. Nel 1867 entrò nel “New York Herald” come giornalista corrispondente dall’estero; inviò rapporti dall’ovest del Nord America, dalla Turchia e nel 1869 andò per la prima volta in Africa, per riferire sulle guerre scoppiate tra britannici e abissini lungo i confini dell’Etiopia. Le avventure di questi viaggi sono raccontate da Stanley in My Early Travels and Adventures in America and Asia (1895). Nel 1868 fu corrispondente nella forza di spedizione britannica contro Teodoros II negus d’Etiopia e per primo riferì della capitolazione di Magdala, la capitale scelta dal negus. Fu poi inviato in Spagna per informare sulla Rivoluzione spagnola. Nel 1869 fu incaricato di una missione in Medio Oriente, che comprendeva anche la ricerca del dottor David Livingstone.
Nel 1866 il grande medico, missionario ed esploratore David Livingstone aveva avviato una spedizione, che avrebbe dovuto concludersi nel giro di due anni, alla ricerca delle sorgenti del Nilo. Ma dopo cinque anni non si avevano più notizie di lui e molti temevano non ci fossero speranze di ritrovarlo in vita. L’intraprendente direttore del “New York Herald”, James Gordon Bennett Jr. (1841-1918), incoraggiò Stanley nell’impresa di rintracciare il famoso esploratore: avrebbe avuto a disposizione tutto il denaro necessario. La spedizione dunque fu organizzata senza limiti di spesa, con minuziosissima attenzione per tutto ciò che sarebbe occorso, ma anche con grande segretezza per tentare di far uscire uno scoop sul giornale americano. Questo creò qualche dissapore con il console britannico Sir John Kirk, che non era riuscito a contattare Livingstone.
Stanley si mosse da Zanzibar, passò sul continente e il 10 novembre 1871 rintracciò Livingstone, malato di malaria e debilitato al massimo ma vivo, ad Ujiji nei pressi del Lago Tanganica. Qui Stanley salutò l’esploratore con la famosa frase “Doctor Livingstone, I presume”. E sembra che Livingstone abbia risposto “Yes, I feel thankful that I am here to welcome you.” Tuttavia alcuni storici nutrono dubbi sul fatto che l’episodio si sia svolto esattamente così e che il dialogo sia stato proprio quello. However, i due proseguirono le esplorazioni fino a stabilire con certezza non esservi alcun collegamento tra il lago Tanganica e il Nilo. Stanley propose a Livingstone di ritornare con lui, ma questi era deciso a completare la missione che si era dato. Si separarono e Stanley si premurò di far avere al collega provviste e medicine: Livingstone morì in Zambia di malaria nel 1873.
Stanley descrisse l’avventura nel libro How I found Livingstone (1872), che ebbe molto successo di pubblico ma suscitò molti malumori nei membri della Royal Geographical Society perché a soccorrere l’esploratore scozzese era stato un giornalista americano. Nondimeno dalla Society gli fu conferita una Medaglia d’Oro. In seguito per il suo giornale fu corrispondente in alcune guerre anglo-ashanti, combattute tra l’Impero britannico e l’Impero ashanti nell’Akan all’interno della Costa d’Oro (attuale Ghana). Nel 1874 Stanley pubblicò Coomassie and Magdala : The Story of Two British Campaigns in Africa.
Ma il mal d’Africa, o meglio dell’esplorazione dell’Africa, aveva colpito Stanley e la morte di Livingstone aveva indubbiamente lasciato alcuni problemi insoluti: i laghi centrali, le sorgenti del Nilo, il centro più profondo e inesplorato del continente. Decise una seconda spedizione, che fu finanziata dal “New York Herald” e insieme dal “Daily Telegraph” di Londra. La terribile ed epica esperienza, narrata poi nel libro Through the dark continent… (1878, Attraverso il continente nero…), iniziata a Zanzibar e nel suolo continentale a Bagamoyo, sulla costa orientale, toccò il Lago Vittoria e il Lago Tanganica, percorse tutto il fiume Congo, terminando alla foce del grande fiume nell’Oceano Atlantico. Alcune scene lungo il corso del grande fiume possono ricordare a lettrici e lettori quanto raccontato magistralmente nel film Fitzcarraldo (1982), scritto e diretto da Werner Herzog. L’impresa (1874-1877) servì ad ampliare notevolmente la conoscenza del cuore dell’Africa centrale.
Stanley rimase poi per circa cinque anni nel Congo, costruendo le fondamenta dello Stato libero del Congo sotto la sovranità di Leopoldo II del Belgio, non essendo Stanley riuscito a coinvolgere gli interessi britannici. Il dominio del re – il quale considerava il Congo un suo possesso personale – fu spietato e ridusse lo “Stato libero” ad un immenso campo di lavori forzati per la massima produzione di caucciù. La popolazione fu ridotta in schiavitù, ogni minimo segno di ribellione soffocato nel sangue. Si legge su Wikipedia che tra fine Ottocento e inizio Novecento vi furono uccise dieci milioni di persone. L’opinione pubblica internazionale ne fu sconvolta. Intanto Stanley iniziò la costruzione della strada delle cateratte tra Boma e la futura Leopoldville e fondò stazioni lungo il fiume (agosto 1879 – luglio 1882). Tra il dicembre 1882 e l’agosto 1883 fondò nei pressi delle cateratte un avamposto per limitare l’influenza araba nella regione. Questa esperienza fu descritta dall’esploratore nell’opera The Congo and the Founding of Its Free State (1885). Ritornò in Europa al tempo della Conferenza di Berlino, che sancì la nascita di uno Stato indipendente del Congo (febbraio 1885). Nel 1908 Leopoldo II accettò che il Congo entrasse a far parte delle colonie belghe e uscisse dal suo patrimonio personale.
La successiva avventura di Stanley avvenne intorno al 1886. L’esploratore, naturalista e geografo russo Vasilij Vasil’evič Junker, tra gli altri suoi viaggi, si era recato in Africa. Lì aveva avuto occasione di incontrare l’esploratore tedesco Eduard Schnitzer, il quale, nel ruolo di governatore della regione di Equatoria nel sud del Sudan, aveva assunto il nome di Emin Pascià. Juncker lasciò il Sudan nel momento in cui la zona era in completa rivolta, raggiungendo difficoltosamente Zanzibar. Portava con sé lettere di Emin Pascià da portare in Europa, contenenti informazioni sulla situazione incandescente e accorate richieste di aiuto. Il contenuto di questi documenti preoccupò fortemente l’opinione pubblica tanto che nel 1886 venne organizzata una spedizione di soccorso e Stanley ne venne messo a capo. Ma Stanley stesso, nel 1888, si trovò in tale difficoltà da dover essere raccolto a bordo di una nave sulla quale si trovava lo stesso Emin Pascià. Questi l’anno dopo, nel 1890, decise di abbandonare Equatoria e, insieme con Stanley, l’esploratore italiano Gaetano Casati e il suo corpo di spedizione stremato e ormai ridotto a metà, raggiunse Zanzibar. Tuttavia il doloroso viaggio permise a Stanley di scoprire le montagne del Ruwenzori e il lago Edoardo. Il suo libro In darkest Africa or the quest, rescue, and retreat of Emin Governor of Equatoria (1890) racconta la storia di questa spedizione.
Tornato in Europa, l’esploratore gallese fu nominato cavaliere e sposò la pittrice Dorothy Tennant (1855-1926) ed adottarono un figlio, Denzil. Tra il 1891 e il 1892 tenne numerose conferenze negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, in Australia e in Nuova Zelanda. Ridivenne suddito britannico nel 1892 (nel 1885 era diventato cittadino degli Stati Uniti) e tra il 1895 e il 1900 fu parlamentare tra le file degli Unionisti. Nel 1897 si recò ancora un’ultima volta in Africa, esattamente in Sudafrica, invitato dalla British South Africa Company per l’inaugurazione della ferrovia da Città del Capo a Bulawayo nella Rhodesia Meridionale (oggi Zimbabwe) e scrisse di questo viaggio in Through South Africa (1898). Fu nominato Sir nel 1899. La moglie curò l’edizione dell’autobiografia del marito, attenta a tagliare, particolare singolare, ogni riferimento alle altre donne della sua vita. Sir Stanley trascorse gli ultimi anni di vita a Furze Hill, una piccola tenuta acquistata nel 1898, vicino a Pirbright, nel Surrey. Morì a Londra nel 1904 e fu sepolto nel sagrato della chiesa di St Michael and All Angels a Pirbright.
Esiste un ricco Archivio “Henry Morton Stanley” presso il Museo Reale dell’Africa Centrale a Tervuren nei pressi di Bruxelles in Belgio.
Per rintracciare le numerose opere scritte da Stanley e le trascrizioni delle sue conferenze contenute nelle principali biblioteche è possibile consultare in modo particolare gli OPAC (Online Public Access Catalogue) della British Library, della Library of Congress, della Biblioteque National de France e naturalmente, soprattutto per le traduzioni in italiano, del nostro Servizio Bibliotecario Nazionale.
Fonti:
- https://www.britannica.com/biography/Henry-Morton-Stanley
- https://en.wikipedia.org/wiki/Henry_Morton_Stanley
- https://it.wikipedia.org/wiki/Henry_Morton_Stanley
- https://it.wikipedia.org/wiki/David_Livingstone
- https://it.wikipedia.org/wiki/Repubblica_Democratica_del_Congo
- https://www.treccani.it/enciclopedia/sir-henry-morton-stanley_(Dizionario-di-Storia)/ (2011)
- https://artsandculture.google.com/entity/m0d461?hl=it La pagina di Google Arts & Culture dedicata a Stanley contiene un certo numero di immagini.
- https://www.wikiwand.com/it/Henry_Morton_Stanley In questa pagina è possibile trovare le informazioni sulla vita di Stanley anche riassunte per una immaginaria lettrice o immaginario lettore di 10 anni e una serie di possibili domande. Tutto elaborato ‘grazie’ all’IA. “Enjoying Wikiwand? Give good old Wikipedia a great new look!”
Note biografiche a cura di Claudia Pantanetti, Libera Biblioteca PG Terzi APS
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- Attraverso il continente nero
Ossia Le sorgenti del Nilo, i grandi laghi dell'Africa equatoriale e lungo il fiume Livingstone fino all'Oceano Atlantico
Qui è il resoconto dettagliato ed affascinante, fatto da Stanley in persona, del viaggio che tra il 1874 e il 1877 condusse l’esploratore e tutto il corpo di spedizione di oltre 200 persone da Zanzibar fino alla foce del fiume Congo.