Mario Sobrero nacque a Torino il 10 luglio 1883, figlio del medico Giovanni e di Carolina Abbado.
Lo zio Cesare Sobrero è giornalista (fondatore tra l’altro di “La domenica D’Arte” corrispondente da Roma per la “Gazzetta di Torino”, co-fondatore de “L’Ora” di Palermo e per anni vice-presidente dell’Associazione della Stampa) e avrà notevole influenza sulle scelte professionali dei nipoti.
La famiglia è originaria di Diano D’Alba, nelle Langhe, dove possiede una villa nella quale trascorre i mesi estivi e dove frequenta i cugini milanesi, la nota famiglia di musicisti Abbado.
Nel 1890 nascerà il fratello Emilio, che avrà una carriera artistica importante nel campo della pittura.
Mario Sobrero diventa direttore della “Illustrazione del popolo” ed è inviato speciale e corrispondente di guerra per la “Gazzetta del Popolo”. Già nel 1915 le sue corrispondenze vengono radunate in volume dall’UTET insieme a quelle di Arnaldo Cipolla col titolo “A traverso sette popoli in guerra: visioni e impressioni di due corrispondenti”. Nel 1917 invece le sue corrispondenze trovano posto nel volume Sulle navi d’Italia.
Ottiene subito successo come narratore col volume di racconti L’avvenire in dono, successo bissato subito dopo con il romanzo di ambientazione cinematografica Violetta di Parma. Nel 1924 scrive il romanzo Pietro e Paolo che viene subito tradotto in inglese e francese.
Nel 1925 fonda insieme a Felice Casorati e agli architetti Rigotti e Sartoris la Società di belle arti “Antonio Fontanesi” che avrà attività fino alla fine degli anni ‘20, quando Sartoris si trasferisce in Svizzera. Nella sua breve esistenza organizzerà comunque mostre importanti (Artisti svizzeri contemporanei, 1926 a Torino; Artisti italiani contemporanei, 1927 a Ginevra; Macchiaioli e Ottocentisti napoletani entrambe nel 1929 a Torino). Nell’attività della Fontanesi inizia a trovare spazio anche l’impegno del fratello Emilio che può anche esporre alcuni schizzi e bozzetti.
Nel 1928 viene rappresentata la tragedia Immortali con la compagnia di Sem Benelli, rafforzando così il sodalizio con il fratello Emilio che per quest’opera teatrale realizza i bozzetti per le scene e i costumi. La collaborazione con il fratello Emilio è testimoniata anche dai 27 disegni che illustrano Roma Perenne, romanzo del 1932, che aumentano a 32 nell’edizione successiva del 1938, e da un’illustrazione su un breve scritto ospitato dalla rivista “Capitolium”, nel numero di Gennaio 1943.
Frequenta e diviene amico di numerosi scrittori tra i quali Alvaro, Betti, Ojetti, Piovene, Puccini.
Nel 1931 esce il suo secondo libro di novelle L’addio dell’angelo e nel 1938 il romanzo Di padre in figlio, che nel 1947 viene tradotto in tedesco. Il Minculpop impone l’inserimento di una frase di riprovazione per il deputato antinazionale Metello Farra per evitare la censura! Frase che viene inserita.
I suoi viaggi in India sono testimoniati nel volume Nella terra dei fiumi sacri del 1929. Suoi racconti si trovano sulla rivista “Novella”, e collabora anche alla rivista teatrale “Il Dramma”.
Morì a Roma il 7 giugno 1948.
Fonti:
- Almanacco del teatro italiano, Arezzo 1931.
- G. Bonsaver, Mussolini censore. Roma-Bari 2015.
- Patria e colonie, Milano 1915.
- A. Frateili, Dall’Aragno al Rosati, ricordi di vita letteraria. Napoli 2009.
Note biografiche a cura di Paolo Alberti
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- Di padre in figlio
Romanzo
Questo romanzo, che pone fine al silenzio narrativo dell’autore dopo il successo di Pietro e Paolo, si colloca temporalmente come “prequel” al precedente. Narrando le vicende di alcune famiglie in un arco temporale che va dal 1892 al termine della prima guerra mondiale, il testo si dimostra una lunga metafora dei cambiamenti sociali nell’Italia post-unitaria. - Pietro e Paolo
Romanzo
Due cugini di estrazione proletaria il primo, e borghese il secondo, vivono su sponde opposte le vicende del biennio rosso: Pietro, operaio in un’industria di motori, con l’occupazione delle fabbriche, Paolo figlio dell’avvocato Davide, attivo nell’impresa di Fiume e partecipe del sorgere dello squadrismo fascista.