Dall’incipit del libro:
Finiva la giornata violenta e tormentosa. Dal mattino la terra
bruciava sotto lo splendido sole di agosto, bruciava lentamente,
consumando le sue sorgenti di vita e di freschezza, diventando
gialla, smorta, arida; l’aria rimaneva senza moto, greve,
infiammata, carica di profumi acri; i fiori dei giardini morivano,
estenuati da quel lusso di calore, simili a coppe d’incenso dove
fumano intensamente gli ultimi granelli votivi; le vigne
vesuviane, basse, contorte, arse dal nero terreno vulcanico, arse
dal sole esalavano un forte sentore di zolfo che saliva al cervello;
dai terrazzi saliva un penetrante odore di asfalto liquefatto. Il
mare era di un azzurro bruno, quasi nero, dai riflessi di metallo in
fusione; nel piccolo porto del Granatello, ammarrate le barche e
le barcacce, coperte di tela bianca, sotto cui dormivano
pesantemente i marinai ed i pescatori; la caserma dei Granili
rifulgeva, quasi arroventata, nei mattoni rossi della sua facciata;
tutte le ville di Portici, bianche, rosee, gialle, brune, erano quiete,
silenziose, chiuse le finestre, abbassati i trasparenti di tela dipinta,
per attenuare quell’ambiente infuocato.


